giovedì 15 marzo 2018

Come custodire la Bellezza

Dalla Madonna alla donna: cioè alla realtà dei nostri giorni.
Anche qui partiamo da una citazione illustre che voglio smontare: un famoso teologo cattolico, oggi di gran moda, su Repubblica diceva che la figura di Maria come Vergine Madre non può essere un modello per le donne. Io penso esattamente l'opposto: cioè che nella grandezza della maternità della Madonna si ricapitola ogni maternità. 
Di solito riassumo il concetto con un'equazione: la vita umana sta al genio femminile, come la salvezza sta al genio di Maria, fratto Incarnazione (l'equazione che riassume il "nuovo femminismo").
Per effetto di questa formula abbiamo il Dio umanato, e l'uomo divinizzato (grazie alla donna). Persona di genio come ci diceva Papa Wojtyla: genio purtroppo usato anche in negativo come ha fatto un intellettuale che è stato una delle menti della pulizia etnica in Bosnia (attualmente condannato dal tribunale dell'Aja) "La donna è un genio, quando lo usa bene raggiunge alte vette". 
Adesso vi voglio parlare di alcune profonde convinzioni mi sono fatta in questi 50 anni di movimentato servizio,
vulcanico.


Nonostante alcuni intellettuali pensino del contrario (rispetto a ciò che ho detto prima ndr) e vedano i figli come un ingombro, io sostengo che la maternità è l'elemento costitutivo della nostra natura femminile. E' nella maternità che la donna si realizza pienamente. Ma non c'è solo la maternità fisica, c'è quella adottiva e quella spirituale, perché per ognuno Dio Padre ha un progetto d'amore personalizzato. Come ho scritto tanti anni fa in qualche poesia, posso parlare per esperienza:

Cecio, Pulcino giallo, Lalli, 
Coccolino, Boba e tutti gli altri...
Di voi posso dirmi mamma. 
Il mio utero non vi ha generati
ma non per questo vi ho meno amati.



Bambino,
venuto a me per altra via:
affido e adozione.
Per te io vivo
con immenso gaudio.
Mi hai reso madre,
donna feconda,
felice di questo cammino.

Grazie, tesoro.

Ogni donna deve sentire di appartenere a qualcuno: a un marito o a Cristo, per donarsi in un servizio d'amore. E ogni donna deve gioire di sentirsi femmina, sposa e madre: tre dimensioni che devono andare in armonia. Questo vale anche per la suora, per essere capace di tenerezza nella sua scelta di oblazione. La donna è visceralmente madre: io lo ripeto spesso. "Visceralmente madre: nella mente, nel cuore, e nel corpo". Non esiste contestazione capace di negare questo, perché la maternità è realtà ontologica, cioè sostanza profonda della natura femminile. Lo dimostra il fatto che la donna resta madre anche quando il figlio non è più: il sangue è di lei. Perché la vita che lei dona è eterna: come dice la Bibbia "Un giorno o 1000 anni, sono la stessa cosa". Il problema è che la donna occidentale moderna è stata lentamente espropriata della sua potenza riproduttiva ha da recuperare molto del valore bello della maternità: un valore enorme con più facce. Come un diamante risplendente: la maternità come splendore della donna perché quando diventa madre per lei è come una rinascita dove raggiunge il suo massimo splendore Così è per ogni donna: prostituta, drogata, agnostica. Sempre donna e con la maternità diventa donna trasformata, trasfigurata. Anche la donna vittima di violenza: ho visto con i miei occhi come il bambino, sia amore nuovo, diverso e altro dal male subito. Lui porta speranza e rinnova la vita. La ferita di quella violenza viene superata dalla grandezza di essere madre, dalla potenza dell'amore materno che è invincibile.
E ancora la maternità come capitale cioè come bene economico. I figli sono il capitale umano, quindi la forza e futuro della società: una società di vecchi non ha futuro. Anche gli economisti si stanno rendendo conto che la crisi dell'economia occidentale è molto legata al crollo della natalità. L' utero gravido e tabernacolo che dà vita alla storia. Finché un pesce guizza, finché il filo d'erba spunta, e un bimbo nasce c'è speranza per la barca della vita. Grazie a chi ama la vita.
E ancora la maternità come bene dell'ecologia umana, cioè garanzia di equilibrio tra i popoli. Un popolo che non ce n'era oltre danneggiare se stesso danneggia l'armonia della creazione, che invece ha previsto la varietà della popolazione, come in un bel giardino di primavera, dai vari colori, così è l'armonia dei diversi colori della pelle. Se noi cristiani europei continuiamo a chiuderci alla vita, saremo lentamente e pacificamente sopraffatti dai popoli islamici che invece arrivano da noi con donne giovani che ce n'erano molti figli (lo dicono i demografi).  Noi non ci rendiamo conto che oggi da noi occidentali, la maternità della donna scompare: la figura della donna madre sta scomparendo grazie all'aborto, alla denatalità, all'eterologa alla fecondazione in vitro, la surrogata, prossimamente all'utero artificiale. Dobbiamo riscoprire la maternità anche come ecumenismo, che supera confini ideologici o religiosi. Racconto spesso l'episodio illuminante che mi è capitato qualche anno fa: si presentò Natale una coppia musulmana con il bambino in braccio, erano stati accolti a casa Betlemme nel periodo difficile della gravidanza. Per ringraziare, mi vollero regalare, pur essendo indigenti, un piccolo Crocifisso d'oro come segno del rispetto che avevano sperimentato. Mi dissero: "Sappiamo che questo giorno (Natale) e questo simbolo (Crocifisso) per te sono importanti".
Rimasi colpita, stordita: quell'episodio mi fece capire che la maternità è la religione sopra le religioni e le unisce tutte, perché è la religione dell'amore uguale per tutti: l'amore materno, che tutti ci ha generati e questo l'ecumenismo vincente. La maternità quale abbraccio di fraternità universale,perché è unico il cuore di madre.
Per concludere vi lascio alcune ricette per custodire la vostra felicità è la vostra bellezza. Data la mia età prendetele, come la ricetta di una nonna che vi vuole bene. Si tratta di alcune convenzioni che mi sono fatta in mezzo secolo di ambulatorio ostetrico, che è un confessionale molto speciale.
Se volete trovare la vera felicità imparate anzitutto a rispettare la vostra natura come Dio l'ha creata ad amarla nella sua meravigliosa fisiologia femminile che è sacra, e la sua Sapienza è perfetta anche dalla cintola in giù: lo ha scritto Paolo VI nell'Humanae Vitae. Sia agli sposi che ai consacrati io spiego che "Dio non ci ha fatto con le ali, ma con i genitali" non bisogna cadere nell'angelismo e nemmeno nel relativismo morale: quello che va di moda e che dice "Beh io credo in Dio, ma in quanto alla morale, è a modo mio, la faccio modo mio".
Dovete approfondire e capire come il Creatore ha progettato la nostra fisiologia riproduttiva piena di segni e significati, Lui ha dato alla donna le chiavi della vita nella ciclicità della fertilità, ha scelto la donna come Regina della Vita la vita umana è sacra, ma è sacro anche quel gesto con cui voi sposi avete il potere di trasmetterla: è un gesto Santo e santificante.
Due sono i tabernacoli della terra: l'uno dove abita l'Autore della vita, l'altro il grembo di una donna dove germoglia la vita. Quello dove i sacerdoti e ministro dello vita il letto nuziale dove gli sposi amministrano la trasmissione della vita. La donna invece è stata lentamente espropriata della sua potenza riproduttiva: l'uomo (l'essere umano ndr) sta accelerando il suo più grave divorzio da Dio, dall'ordine della Creazione, da quando, cioè, ha messo le mani sull'Albero della Vita. Cioè con la tecnologia riproduttiva: tutto è cominciato con la contraccezione. Da lì la creatura si è impegnata a correggere il Creatore, facendosi del male: è peccato più vecchio del mondo, condannato già nella Genesi quando Onan fu rimproverato di aver gettato il seme, cioè di aver diviso l'atto unitivo da quello procreativo. Non ho tempo di spiegarvi i danni della contraccezione e della fecondazione artificiale, oppure il confine sempre più sottile tra aborto e contraccezione cioè gli effetti microabortivi di tutta la contraccezione farmacologica.
Quello che voglio dirvi è che il mondo scientifico, osservando i danni di questo divorzio da Dio, ha iniziato a ripensare e sto lentamente rivalutando la Sapienza del Creatore, cioè i benefici del rispetto della fisiologia: io lo definisco "il bel cerchio della vita". Il pensiero medico, cioè, passo dopo passo, sta ritornando verso la natura: prima ha capito che dobbiamo de-medicalizzare la gravidanza - cioè la gestazione non è una malattia (anche se continuiamo con l'accanimento di diagnosi che da solo stress alla donna e il bambino ne risente) - (la medicalizzazione ndr) è frutto della nostra cultura dello scarto con fini eugenetici. Poi ha capito che dobbiamo de-medicalizzare il parto: avete visto fiorire le case di parto, il parto naturale, il parto in acqua, il ritorno al parto a domicilio - perché è molto bello nascere in famiglia nel lettone dell'amore e della vita - . Poi si è capito quanto è importante l'allattamento naturale al seno, con i suoi molti vantaggi, non ultimo quello economico (costa caro il latte artificiale). Io mi permetto di darvi un suggerimento in più: allattamento al seno senza veleno. Cioè senza nicotina e senza pillolina: dopo il parto vi consigliano infatti di non mettere nel vostro latte materno la nicotina (non fumate) però mi consigliano di assumere ormoni di sintesi, la cosiddetta minipillola e io questa la considero una grave contraddizione. Che vi dice che quegli ormoni sono completamente innocui per la salute del vostro bambino? Il discorso sarebbe lungo, ma ad oggi nessuno ve lo può ancora dimostrare anche se sostengono il contrario.
L'ultima tappa che chiude il cerchio della vita sarà di medicalizzazione nella gestione della fertilità. C'è chi ancora si ostina a fare Resistenza per una serie di motivi, ma il futuro è dei metodi naturali: lo ripeto, il futuro è dei metodi naturali! Ne va della qualità della generazione e della qualità dell'amore, cioè della famiglia: la contraccezione è una proposta vecchia e la provetta non ha futuro, perché la natura non tollera a lungo la violenza e questi sono processi violenti.


Qui c'è un concetto importante da chiarire: i metodi naturali non sono una tecnica cattolica per non fare figli, ma uno stile di vita liberante fatto di conoscenza di sé ed esercizio della virtù per amore, nella reciproca fedeltà in una ragionevole apertura alla vita, ragionevole sì, ma apertura. Esercizio della virtù significa imparare la disciplina della castità: parola profetica nella nostra società decadente fatta di melma e di sangue: una virtù non banale, ma basilare per ogni vocazione, per la salute dei giovani, per l'equilibrio di una vita consacrata, per la fedeltà e la felicità degli sposi. Imparando questa virtù con i metodi naturali vedrete crescere il vostro Amore nel rispetto e nello spessore: alla gioia del gesto sessuale nulla sarà tolto: gli verrà restituita pienezza e bellezza. I metodi naturali sono il modo per costruire famiglie solide, in un'epoca dove si parla di "amore liquido", sono la prima prevenzione dell'adulterio e la contraccezione è la prima forma di divorzio, perché va a dividere la sessualità dalla fecondità, per cercare di rendere sterile quel gesto. Non si può dire il "Padre Nostro" e poi usare la contraccezione, perché quella contraccettiva è una mentalità che non considera Dio un Padre (il Padre Creatore), ma un patrigno che ha fatto bene tutto tranne che dalla cintola in giù.
Paolo VI diceva che "Il peccato nel matrimonio è il cancro della società": oggi purtroppo c'è una corrente teologica che pur di andare a braccetto con il mondo, finisce per benedire questo tipo di peccato. Mentre sapete che Giovanni Battista e Tommaso Moro si fecero tagliare la testa pur di ribadire la verità sul matrimonio e la morale coniugale. Noi vogliamo testimoniare che la Chiesa è profetica e portatrice di un Vangelo della sessualità: la forza di questo Vangelo l'hanno riconosciuta anche i poveri dell'India grazie Maria Teresa o della Cina comunista, grazie coniugi Billings.
Invece da noi Occidente si continua a rifiutarlo proprio perché c'è di mezzo questa parolina : "castità" che a molti rimane indigesta. Sappiamo di non essere naturalmente casti perché la nostra natura umana, ferita dal peccato e dalla concupiscenza: servono la disciplina e la Grazia. La castità è la virtù che si conquista soltanto mediante la volontà e la preghiera. La castità ci matura come persone e ci educa l'umiltà poiché ti mette in ginocchio e ti fa riconoscere la tua fragilità. Eppure non si sente mai parlare nella grande ricchezza della verginità: oggi non si crede più al suo valore si considera cosa inutile e disumana, oramai superata. Ma se ci pensate bene, anche tutto il dibattito infocato dei recenti Sinodi, si ricapitola infondo sulla grande questione della castità: è sempre quello il nodo che viene a al pettine. Sulla Comunione ai divorziati si discute sul vivere come fratello e sorella, e non si propone la fedeltà al Sacramento dopo il tradimento. Idem sulla contraccezione: si vuole aprire alla contraccezione perché si pensa che i coniugi non siano capaci di astinenza periodica, cioè di vivere la virtù con i metodi naturali, e lo stesso per il celibato dei sacerdoti. La questione parte sempre dal rifiuto della castità: gli ultimi due consigli sono questi.


La migliore cura per la vostra bellezza non passa per l'estetista, ma dal Confessionale: perché la Confessione e non è un trucco, non mette troppe ma rifà nuova la coscienza e fa brillare la bellezza che c'è in ognuno. Voi sposi imparate ad essere ostetrici l'uno dell'altro, cioè a portare alla luce la bellezza del vostro sposo o della vostra sposa. E' così che avrete il biglietto di ingresso Lassù.
Il matrimonio Sacramento è un'incarnazione dell'amore, per camminare insieme verso la Gioia del Cielo e sentirsi l'uno responsabile della Santità dell'altro: lui/lei devono generarsi a vicenda nell'amore totale: ti abbraccio mio bello/mia bella, in te abbraccio anche la mia croce, Benedetta Croce. Siamo costituzionalmente mancanti, ma tu sei in Cristo corresponsabile della Santità del tuo sposo, cioè della sua felicità per sempre. Questo è il sacramento che rende felici tra le tribolazioni. Aiutala a costruirsi, generalo, partoriscilo, elimina le competizioni, le provocazioni che portano ai rinfacci umilianti. Pratica la cultura del secondo posto: cedi, non volere vincere sempre, impara il silenzio. Allora lo ami/la ami secondo Cristo che ama la persona così com'è: mirando sempre a farla crescere. Gesù non ama i nostri peccati, ma ci ama peccatori quali siamo. Non devi amarlo/amarla nonostante i suoi tanti difetti, ma amala/amalo perché ha quei difetti che ti fanno crescere e ti fanno esercitare le virtù che a te mancano: la pazienza, l'umiltà, il servizio. L'iniziativa del perdono: quella è la persona giusta per te perché, ha difetti precisi per farti crescere.

Alleluja


Sbobimatura dell'ultima parte di questo convegno.


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