domenica 28 luglio 2019

Embrione, feto, neonato, bambino, adolescente, adulto, anziano: dove inizia il diritto?

Qual è il diritto più negato ai bambini?


Per circa un centinaio di persone tra i miei contatti su Facebook, che rispondono alla mia questione su quale sia il diritto del bambino, la discussione non inizia neppure: è certamente il diritto a venire al mondo.
Ognuno ha la propria storia personale a proposito di argomentazioni così delicate.
C'è chi ha abortito e soffre da anni, che risponde alla mia domanda - privatamente - in quel modo perchè non vuole che altre donne soffrano («Mille inganni da parte di chi ti suggerisce che dopo l'intervento starai meglio e poi non sa che tu è sette anni che vorresti morire solo per rivedere il tuo bambino»).
C'è chi ha condiviso la vita con una sorella disabile che ha realizzato mille progetti e che non nasconde il fatto che attualmente sua sorella non sarebbe neppure stata messa al mondo.
C'è chi ha fatto della lotta a favore della vita uno stendardo portato avanti da numerose associazioni, diverse delle quali composte anche da donne che hanno abortito e vorrebbero aiutare tutte le donne che stanno optando per tale libera scelta, a non compierla (lo specifico perchè pare che i "pro-vita" siano un branco ideologizzato di gente con preconcetti campati per aria).
C'è chi ha studiato la fisiologia e la biologia e non desidera neppure mettere in discussione la ragionevolezza del proprio assunto incontrovertibilmente scientifico sul momento in cui inizia la vita.
C'è chi ha adottato e avuto in affido bambini che altri non hanno voluto e ringrazia ogni giorno chi non ha abortito i figli che l'hanno reso genitore.
C'è chi porta testimonianze proprie e ragionamenti che provengono da frammenti di vita che hanno portato sofferenza personale e altrui.

Poi c'è chi redige, legittimamente, due domande. Tali domande sono sempre le medesime quando si parla del diritto di un bambino a venire al mondo. Sono questioni molto delicate poichè vengono toccate sia da chi, indirettamente, espone la propria opinione sull'argomento, sia da chi, professionalmente, si occupa della salute della donna. Come giustamente fa notare chi si occupa di antropologia, il diritto del bambino non è inferiore a quello dell'adulto, ma «la forma attraverso cui si manifesta il rispetto di questo diritto va adeguato al livello di fragilità e dipendenza del bambino stesso» poichè «il bambino è un'anima immortale incarnata in un corpo materiale (o aristotelicamente è "sinolo di materia e forma"). Perciò ha un valore eterno ed infinito (come qualsiasi essere umano) fin dalla prima scintilla del suo esistere (l'incontro di due gameti, maschile e femminile, per la precisione)». L'adulto che ha visto rispettato «questo proprio diritto in qualche modo non dovrebbe mai poter pensare di permettersi di ricambiare meno che con tutto quello che ha ricevuto a sua volta (magari anzi sperando di fare un pochino meglio, che limitati siamo limitati tutti)». Quindi non c'è una gara a inserire la donna in un posto inferiore di un'ideale gerarchia dei diritti, ma c'è sicuramente un valorizzare il fatto che l'adulto e il bambino debbono poter essere rispettati entrambi e, poichè si trova in una situazione di dipendenza dall'adulto, il bambino deve poter essere rispettato almeno parimenti lo fu l'adulto quando si è trovato a essere  nella medesima situazione. 

Le questioni esposte sono:
1) «Il diritto del bambino è quello di non essere strumentalizzato dai pro-vita, che odiano le donne».
Le risposte sono state interessanti e siccome la domanda viene da quella che poi si presenterà come un'ostetrica, le argomentazioni hanno suscitato pubblicamente alcune "perplessità". Senza anticipare nulla vorrei far notare che la questione "odio della donna da parte dei pro-vita", è un vecchio 'cavallo di battaglia' da parte di chi parla di autodeterminazione della donna che vorrebbe tanto abortire e lo fa nonostante i pro-vita. Ci si dimentica, però, che tale lotta all'autodeterminazione della donna che vorrebbe tanto non abortire e tenersi il proprio bambino nonostante le pressioni dei pro-scelta, non suscita la stessa attenzione dai medesimi (forse la scelta dei pro-scelta è sempre non-pro-vita? Speriamo di no!).
Ovviamente c'è chi - dato il fatto che la questione esposta è un po' fuori argomento la richiesta del mio post, c'è chi pensa che l'ostetrica stia scherzando («ma sei seria o in casualfriday?»; «sei vera o sei un troll o entrambi ?» curiosità legittime...). Le risposte di chi le ha fornite, sono contrassegnate dall'iniziale del nome. Ho 'grassettato' le questioni che personalmente credo che chi ha partecipato alla discussione, volesse che risaltassero.
- C: «quando hai cominciato a vivere? Prima o dopo la nascita? Tipo se tu fossi nata a 6 mesi o 7 mesi di gravidanza saresti meno te? Non avresti gli stessi genitori, lo stesso patrimonio genetico, lo stesso carattere... avresti qualcosa di meno?»
- M: «Mi scusi, ma mi pare che la sua affermazione sia del tutto priva di fondamento e solo ideologica. Innanzi tutto, "odiare le donne" è qualcosa in assoluta contraddizione con la difesa della vita: le donne sono depositarie della vita stessa, odiarle sarebbe sciocco e insensato, oltre che autolesionistico. Per non parlare del fatto che l'odio è sempre in contraddizione con la difesa della vita, che coinvolge la persona a 360° quindi non solo in relazione all'essere viva, ma anche al vivere meglio possibile compatibilmente con la propria situazione contingente. Quindi o si è provita o si odia. E poi, che strano... la strumentalizzazione è qualcosa di negativo (almeno a vedere ciò che si scrive e si legge in giro) solo quando la fanno i prolife o quelli non di sinistra per difendere la vita, il diritto a nascere, quello ad avere mamma e papà e a non essere oggetto di compravendita.
Invece, quando si utilizzano i bambini malati per sostenere il "best interest" a morire, o quando di usano i loro cadaverini per sostenere l'obbligo di accoglienza indiscriminato che favorisce le tratte di schiavi dei trafficanti di migranti, oppure quando si falsificano le immagini delle vittime dei bombardamenti in Siria, usando i bambini truccati da vittime, non è strumentalizzazione, ma va tutto bene?
»
-  C: «Diritto di non essere strumentalizzato, ma anche di essere "terminato"? La vita inizia dal primo incontro tra due gameti. È vita, ha un DNA nuovo tutto suo e irripetibile. E se pure "dipende" dal corpo della madre, in realtà ne "prende possesso" (mai avuto iperemesi gravidica? Di sicuro non era il mio corpo a "comandare")».
- F: «Certamente i Pro vita odiano le donne: invece chi le spinge o consiglia di eliminare e uccidere i loro figli gli vuole tanto bene. Una donna nel momento esatto in cui rimane incinta è madre. Può scegliere di essere madre di un bambino vivo o di un bambino morto, ma rimane madre. Questo non si dice alle donne ma chi ha abortito lo sa che quel "grumo di cellule " era suo figlio. Possono convincerla, parlarle , imbottirla di parole, ma lei lo sa. E lo saprà per sempre. Se impedire che una madre uccida suo figlio vuol dire odiare le donne, io le odio .... Ma sono convinta di amarle: chissà chi è che odia veramente.»
- C: «Io sono pro-vita, sono una donna, ma non odio me stessa... semmai mi sono sentita poco apprezzata (e considerata un'approfittatrice, dopo anni in cui ho dato anima e corpo, e tempo gratis. Ma finché dai va bene, quando chiedi indietro sei la furba di turno) da alcuni quando ho fatto la scelta di mettere al primo posto i figli invece che il lavoro. Ed è stata una scelta libera al 100%.»

L'ostetrica, legittimamamente dal suo punto di vista, formula una conclusione: «Accidenti quanti pro-vita qui... Eh, le donne hanno un problema grande quando tanta gente vuole comandare sul loro corpo». Mai stata più d'accordo di così: se una donna entra in qualsiasi consultorio, riferisce di essere gravida e dimostra un tentennamento qualsivoglia (oppure è "troppo giovane", oppure è sola, oppure disoccupata, oppure ha subito un lutto grave da poco, oppure afferma che la gravidanza non era programmata), l'opzione proposta è verso l'aborto con allarmante frequenza. Per non parlare della distribuzione di 'pillola del giorno dopo' alle adolescenti, suggerita come una Zigulì. O della pillola dei cinque giorni dopo che è la panacea per tutti i mali. Senza contare 'la gioia' con la quale ci si batte per poter somministrare la Ru-486, che è meglio di un antibiotico ad ampio spettro. Evidentemente di gente che vuole comandare sul corpo della donna, ce n'è moltissima. Se battersi a favore dell'aborto è a favore della donna, no grazie. Per le mie cose, mi batto da sola.

-  C: «Ho vissuto con donne che avevano abortito. Mi ha sempre colpito una cosa. Le urla. Le urla di notte. Non so se è una cosa che si ripete in varie persone ma io l'ho sentita ... e faccio abbastanza fatica a dimenticarlo. Ad anni di distanza da un aborto, fatto spesso in piena coscienza in quel momento per non portare avanti una gravidanza che ritenevano impossibile in quel momento, capitava che sentissero piangere un bambino nel sonno. E urlavano. Di dolore. Vedi, è molto facile stare vicino ad una donna nel momento in cui abortisce. E' facilissimo. Si tratta di un'operazione breve, roba da nulla. Sembri non lasci tracce. E' starle vicino dopo che è difficile. E' starle vicino quando negli anni riemergono i pensieri, i ricordi, le emozioni legate a quell'aborto. Quando quel bambino vorrebbero averlo avuto. E' li che dovrebbe esserci una persona per rendersi conto. L'altro giorno ho passato tutta la giornata con un'amica che non vedevo da anni. Ci sentivamo ogni tanto, non volevo abbandonarla, circa 5/6 anni fa ha abortito. Io sono stata l'unica nel nostro giro di amici a dirle di prendere tempo, di pensarci, ad offrirle alternative concrete e possibili. Quella volta lei ha abortito. A distanza di tempo non sente più nessuno degli amici che l'avevano sostenuta in questa scelta. Fino in fondo non si fida più, perchè sta male. Ha fatto un'ora e mezza di macchina nel caldo più terribile per venirmi a trovare. Aveva dannatamente bisogno di parlare. Vuole un figlio, rimpiange quello perso, cade da una depressione all'altra. E' una donna, una ragazza concreta che vive che ha la sua vita.. non è una donna astratta su cui qualcuno vuole esercitare un "potere". Vorrebbe solo tornare indietro. E come lei ne conosco tante. Se vuoi volentieri sono disposte a parlare con te, queste donne. A raccontarti. Ad aprire il cuore su quello che si vive DOPO l'aborto. Ti interessa? Puoi tranquillamente contattarmi in privato, mi farebbe davvero piacere, per un confronto non ideologico, un confronto di pelle, di esperienze di donne». Offerta molto fraterna che speriamo venga accolta, ovviamente.
- M: «vero, e chi le vuole costringere ad abortire invece di aiutarle ad avere il figlio che attendono è proprio colui/colei che vuole "comandare" sul corpo delle donne, ma anche e soprattutto su quello del bambino. Che non fa parte del corpo della donna che lo porta in grembo. E quando si induce una donna a credere che abortire sia governare il proprio corpo, la si induce in errore. Errore che poi emerge fortissimo, quando la coscienza (non quella religiosa, ma quella morale insita in ognuno di noi, indipendentemente dal fatto di credere o meno) si sveglia e comprende che cosa ha fatto.
Anche io potrei raccontare gli oltre 50 anni, di una donna e della sua famiglia, vissuti pagando il fio di un aborto. Ne hanno pagato lo scotto tutti, fino alla terza generazione e ancora lo pagano...
».

L'ostetrica a tal punto, giustamente, si presenta e presenta le proprie credenziali: «Sono un'ostetrica che assiste parti a casa, sostiene l'allattamento, e sostengo anche il diritto all'aborto. Io sono per sostenere le donne nella loro libera scelta. Abbiamo una legge, la 194».

- F: «speriamo di non incontrarti mai.... Allora sei proprio di quelli che hanno visto quel corpicino fatto a pezzi e dice "fa niente" . Sostieni il mio diritto a non incontrare MAI ostetriche come te. Grazie mille.»
- F: «Una legge, la 194, che non viene neanche rispettata la maggior parte delle volte, infatti. Già sarebbe qualcosa. Sarebbe bene aiutare la donna a fare una scelta? Ma la scelta dovrebbe essere libera, ma anche consapevole e responsabile, essendo coinvolto un altro essere umano. Io ho accompagnato alcune donne in questo dolorosissimo tragitto. Le ho accompagnate, non come una prolife, ma semplicemente come donna. Sono stata accanto a loro fino alla fine, anche dopo che avevano scelto comunque di abortire. E sono stata accanto anche a quelle che invece hanno fatto la scelta di farlo nascere. Questo si dovrebbe fare per attuare davvero la 194. Invece le ragazzine, le donne molto spesso entrano da sole (viste con i miei occhi) in un consultorio, dieci minuti ed escono con una prescrizione in mano. Una mattinata me ne sono passate davanti, mentre stavo in una sala d'attesa, una quindicina in due ore. Cominciamo da qui. E vorrei dire comunque che le donne che hanno partorito oggi guardano il loro bimbo dicendo "come avrei potuto fare a meno di te?", le donne che hanno scelto di abortire, certamente cercheranno tutta la vita di dimenticare quel giorno. Io sono per le donne. Per la loro felicità. Che spesso viene dicendo si alla vita».  
- MR: «Certo, piuttosto che ... meglio essere ucciso.»
- E: «in tutta onestà avrei di gran lunga avuto maggior piacere a saperla un troll... perché leggere nella stessa frase "ostetrica" "parti a casa" "sostiene allattamento" assieme a "sostiene aborto" mi creda ha dell'incredibile e faticosamente difficile da accettare ... dalla mia profonda ignoranza le parlo come donna e come madre, senza alcuna preparazione accedemico/scientifica quali deduco abbia lei, ritengo che i professionisti che operano in ambito medicale (e in maniera particolare quelli che come lei "maneggiano" la vita) abbiano il SACRO dovere di difendere i deboli quindi la vita nascente quindi il bambino... per cui mi chiedo e le chiedo come può aiutare i bambini (e le mamme) a venire al mondo e al contempo collaborare e/o essere complice del loro omicidio ?».
- M: «La 194 disciplina una eccezione (che è per definizione il contrario della regola, cioè della normalità), al divieto di aborto. Eccezione che ha dei presupposti specifici e tassativi. Purtroppo questa legge è letta come se riconoscesse il diritto di abortire (falso!) ed è applicata in violazione dei suoi stessi presupposti. Il 99% degli aborti sono praticati in violazione e dunque illegalmente e dovrebbero essere puniti. Ma purtroppo nessuno denuncia, in primis le donne che non erano state correttamente informate (ad es. sulla sindrome post aborto). Quella che viene definita una "scelta" si rivela invece purtroppo un obbligo, dal momento che la proposta principale è l'aborto e quasi nessuno di quelli che dovrebbero farlo dà le informazioni necessarie affinché la donna sappia di poter partorire in anonimato, lasciare il bambino in adozione, chiedere aiuto anche economico a CAV e servizi sociali, chiedere tutela nei confronti dei datori di lavoro, essere sostenuta dalla comunità civile. Tutte cose che possono evitare l'aborto nella maggior parte dei casi...».
- R: «allora mi dispiace ma non sei un'ostetrica: puoi appoggiare la natura nel parto naturale e nell'allattamento materno, ma se non appoggi la vita del bambino che valore ha il resto? È meglio che ci siano delle vite in più piuttosto che stare attenti che tutte le donne facciano il parto naturale e che allattano. La vita è un diritto di tutti, anche del bambino. Quanti esseri umani sono stati privati fino ad oggi della vita? Tutto ciò perché noi donne veniamo convinte da ciò che ci sta intorno che il dono della maternità e che una gravidanza indesiderata possa rovinarci il futuro, la carriera e perché no, la vita intera; la maternità è il dono più bello del quale la donna sente la mancanza dopo aver "preso la decisione di abortire" (come puoi leggere dai commenti e dalle testimonianze degli altri utenti) anche se al momento è convinta della scelta che sta facendo. Tutto ciò perché è convinta da persone che, come te, credono che la vera liberazione della donna sia quella che si raggiunge senza guardare agli altri ma solo a se stessi, ma sopratutto senza assumersi le responsabilità delle proprie azioni, tanto si può "eliminare il problema" (come se l'omicidio di un essere umano possa essere considerato tale). Io ho 18 anni appena compiuti e oltre ad avere delle idee chiare a proposito dell'argomento, mi sono resa conto che si passa, come hai fatto te, dal bambino alla donna in men che non si dica . Perché questo post chiedeva qual è il diritto del bambino non qual è il diritto della donna. Donna e bambino sono si legati (ciò è indiscutibile), ma la donna non ha il diritto di pensare prima a se stessa, ha una vita dentro sé, un'altra vita all'infuori della sua, una vita la cui esistenza è stata plasmata da Dio. L'omicidio, siamo tutti d'accordo, è la cosa più brutta che l'uomo sia capace di fare: una "falla nell'animo umano" e la società di oggi sta promuovendo tutto ciò. Stiamo uccidendo gli esseri umani futuri senza neanche accorgersene, perché ci sono persone che ci dicono che tutto ciò è bene perché almeno la donna è libera, libera da cosa veramente è un mistero. E poi, in conlusione, tu attacchi accanitamente i pro-Life a caso, perché i media ci presentano come quelli che odiano le donne che abortiscono, e che fanno manifestazioni con cartelli macabri perché riportano immagini vere. Ma in questi caso è molto peggio manifestare con cartelli tutti rosa e che parlano di diritti dove tutti sono felici e contenti, dove ci sono persone famose che donano milioni, questi sono riferimenti del tutto casuali neturalmente (planned parenthood). Quindi io consiglierei di stare attenti a rispondere con coerenza ai post e di non portare avanti le idee che hanno tutti perché la noia è una brutta bestia. Soprattutto consiglierei di trovare nuove argomentazioni perché la solita favoletta dei cosiddetti diritti, quando si parla di omicidio legalizzato, passa di moda con il passare del tempo».
- E: «ringrazi la gente pro-vita,dato che lei campa sulle spalle di chi I figli li mette al mondo..che,sono sicuramente di piu'rispetto a chi li abortisce». 
-  V: «Cara, c'è una contraddizione in quest'affermazione, anzi due: pro-vita, cioè a favore della vita. Come può una persona veramente a favore della vita odiare o strumentalizzare chicchessia?!?
Io non amo le etichette perciò non mi definisco né pro-Life né altro, però credo che qualunque idea si porti avanti per essere onesta non debba calpestare. Chi agisce a favore della vita non può , per sua natura e per onestà intellettiva e spirituale, odiare nessuno...
»
 
Quando è necessario portare argomenti a proprio carico, si sventolano i casi limite. Il caso portato dall'ostetrica è quello di una povera Signora deceduta a seguito di una gravidanza gemellare (quindi certamente ad alto rischio) insorta con procreazione assistita (quindi ovviamente priva di certezze sul suo andamento e potenzialmente patologica dal "concepimento" sino al termine) e assistita parrebbe in modo del tutto inadempiente dal punto di vista medico-chirurgico. Ella porta questo articolo che denuncia il fatto che la giovane Signora fu assistita da medici che parrebbe che si dichiararono 'obiettori di coscienza' e quindi non l'assistettero adeguatamente. Aggiunge «Questi i pro vita, e Valentina è morta. I pro-vita si definiscono così ma in realtà odiano le donne.»

- E: «scrisse colei che uccide i bambini....molla er fiasco che è meglio»

L'ostetrica risponde a V:  «la contraddizione non è mia. Io non obbligo le donne a fare quello che dico io. I pro vita si.» e a E: «evidentemente la morte di Valentina per te è un "fiasco"... Per me no. Era una donna meravigliosa, ho conosciuto i genitori».

Mi verrebbe da parlare anche dei genitori di una giovanissima ragazza che, invece, è proprio morta a causa di un aborto volontario, ma taccio perchè è una "guerra tra vite" che potrebbe essere strumentalizzata. Presumo che anche costei, che avrebbe potuto essere aiutata a tenere il proprio bambino e così sarebbe madre di un bel bammbino di tre anni, fosse una donna meravigliosa, come afferma la collega.

- R: «E' la donna ad odiare se stessa. A mentire a se stessa. Vorrebbe due pacche sulla spalla ed un "andrà tutto bene" davanti all'orrore di fare a pezzi il suo bambino. Non andrà mai bene, c'è una coscienza che non si può silenziare» e viene pubblicato questo filmato meraviglioso, commovente, di una suora che parla a una donna che ha abortito e la fa... rinascere.
- E, rispondendo a propria volta all'ostetrica: «fiasco se ti sforzi potresti arrivarci da sola cosa sia e il senso della mia frase - ma ecco un disegnino (il fiasco è vuoto perché il contenuto te lo sei bevuto tu altrimenti non si spiegano le sciocchezze che scrivi). e non ti permettere di mettermi in bocca - frasi che non ho né scritto né detto».
- F: « queste le ultime notizie dal tribunale: «Secondo i sostituti procuratori Fabio Saponara e Martina Bonfiglio nel caso di Milluzzo i medici sarebbero responsabili di varie omissioni: una «mancata instaurazione di antibioticoterapia», un «mancato riconoscimento della sepsi e la mancata raccolta di campioni per gli esami microbiologici per tentare di diminuire l’infezione», una «mancata rimozione di feti e placenta» e una «mancata somministrazione di globuli rossi». Queste omissioni non hanno nulla a che vedere con la questione dell’obiezione di coscienza di cui si era parlato nei giorni successivi alla morte di Milluzzo. Anche gli ispettori del ministero della Salute che avevano indagato sul caso avevano detto che l’obiezione di coscienza (tutti i medici del reparto del Canizzaro erano obiettori) non c’entrava con la morte di Milluzzo: «Dalla documentazione esaminata e dalle numerose testimonianze raccolte dal personale non si evidenziano elementi correlabili all’argomento obiezione di coscienza». ».
- C: «Per altro è di pochi giorni fa la notizia di una bimba che pesava alla nascita pochi grammi (intorno ai 200? ricordo bene?) e che ora è a casa sua e sta bene. Quanti bambini vengono "abortiti" ben oltre quel peso. Secondo quale magia quella bambina era già un essere umano e tutti gli altri no? Solo perché "voluta"? ma questo dunque vale anche per gli adulti? Degni di vivere perché "voluti" da qualcuno? Per altro pare che non basti, perché Alfie, e Lambert e Charlie e gli altri che hanno vissuto la loro sorte erano "voluti". Eppure... Non c'è niente da fare, se si decide positivamente (con una azione diretta o indiretta, ma intenzionale) di terminare una vita, si commette omicidio. CI si può trovare giustificazioni fino alla morte, ma quello è accaduto. E odierebbe le donne, chi farebbe di tutto, di tutto, pur di aiutarle a non esser costrette a lasciarsi convincere che è meglio "eliminare" quel "problema", visto che esistono decine di strade differenti (a partire da una corretta conoscenza di sé e del proprio corpo, che lo "usiamo" come vogliamo, se proprio dobbiamo, ma almeno cerchiamo di capire cosa facciamo. Anche della lavatrice leggiamo le istruzioni!). Odia le donne chi dice loro che valgono così niente che l'unica soddisfazione cui possono aspirare e far quel che dice loro l'istinto (o quel che pensano di dover fare per compiacere un maschio) esattamente nel momento in cui viene in mente di farlo, senza rendersi pienamente conto di cosa stanno facendo, con chi e perché. Tanto, un eventuale "incomodo" si toglie con poca fatica e poco rischio (falso, per altro). Una ostetrica che "ama" le donne dovrebbe partire da qui».
- V: «mi sembra 'd'intuirti' come una gran brava persona perciò mi stride tanta aggressività...secondo me dovresti informarti meglio perché ci sono molte manipolazioni sull'argomento... Ciò non toglie che puoi restare a favore dell'aborto, è un tuo diritto, ma ti prego di parlare di persona con un credibile rappresentante dell'opposizione, se così vogliamo dire. Per credibile intendo persona razionale, equilibrata e pacifica, non invasati senza argomentazioni serie».
- M, poichè l'ostetrica aveva espresso l'idea che sia una fortuna ch'ella non fa le leggi, risponde: «io mi limito a difendere le persone chiedendo la corretta applicazione della legge, infatti...».

Tornando alla carica con la vicenda che le pare meglio usare come esempio per accusare i pro-vita, l'ostetrica afferma «eh, no. Conosco molto bene la storia di Valentina. I medici dissero "fino a che c'è il battito dei feti non possiamo intervenire perché siamo obiettori". Il padre di Valentina me lo ha raccontato, lo hanno detto a lui. Un'altra donna ammazzata dai pro vita. Ma visto che non era vostra sorella o vostra figlia potete continuare a indignarvi sull'aborto. Buon proseguimento. Per me basta così.»
Probabilmente l'ostetrica non conosce neppure un'altra donna, deceduta pare anch'essa a causa di un'aborto volontario: ma - come afferma lei stessa - "non essendo sua sorella o sua figlia"... verrebbe da dire: "un'altra donna uccisa dai pro-scelta".  

- M: «la morte di Valentina Milluzzo non ha nulla a che fare con l'obiezione di coscienza. I medici non fecero assolutamente nulla di quanto andava fatto: non diagnosticarono l'infezione e la sepsi, non fecero le analisi necessarie ad identificare i batterio, non somministrarono i farmaci necessari a combattere l'infezione. Inoltre, in caso di morte fetale non si può parlare di obiezione di coscienza: il piccolo è già morto. Ed era possibile eseguire il cosiddetto aborto selettivo (che nel caso di specie sarebbe consistito solamente nell'asportazione del feto premorto), senza danneggiare l'altro bimbo ancora vivo e dunque senza impegnare l'obiezione di coscienza. Quei medici non fecero i medici.
Chissà perché chi difende l'aborto deve sempre utilizzare casi strani, pietosi, che suscitano compassione (giustamente si piange sulle vittime e sulle sofferenze, per carità) per giustificare l'omicidio di bambini che nella maggior parte dei casi sono sani, ma non voluti...
» e aggiunge «In quel caso, i medici non erano veri provita. E comunque fare di tutt'erba un fascio è molto facile, ma invece si dovrebbe ammettere che non va bene, non è onesto e non è realistico.»
-  A:  «Chi le abortisce non le odia dentro il loro ventre le donne? Comunque alla fine gira che ti rigira a mio avviso c’e’ un bel giro d’affari sulle ivg e i farmaci connessi...già l’ho visto che per poter invece esercitare il diritto di seguire una sessualità naturale senza anticoncezionali chimici trovare in ostetrica davvero disposta ad insegnarteli (e non parliamo di quanti fallimenti nell’allattamento!!! Partorisci e ti mollano li tanto allattare è naturale, se non riesci “beh cresce lo stesso, nemmeno io ho allattato”! Frasi comuni di diverse ahimè, ostetriche) ti prendono per pazza non per una donna con diritti...sarà che non costano nulla. E ti dicono pure che non funzionano non ho ben capito se per “ignoranza” o mancanza di voglia dato che la donna va seguita non è che le prescrivi una pillola e le fai fare il controllo ogni tanto...».
- V. conclude rispondendo all'ostetrica che non vuole proseguire la discussione: «questa risposta mi dice che non c'è volontà di dialogo perciò non c'è scambio né ascolto. Per questa malattia non conosco cura. per tutto il resto c'è speranza.»
- D.: «Strumentalizzato da provita???? cioè gli salvano la vita e tu la chiami strumentalizzazione????»
- D.: «Mi sembra veramente un ossimoro. Un bambino non è tale solo se lo si vuole/ o si può sostenere in quel momento... »
- C:  «in realtà stai parlando con un avvocato, ti ha detto semplicemente una cosa vera, giuridicamente vera. Moltissimi aborti potrebbero tranquillamente venire impugnati contro gli operatori sanitari che gli hanno consigliato/eseguiti perché a norma di legge dovrebbero garantire che L' aborto sia una extrema ratio e che non venga banalizzato a consuetudine...
Legalmente in realtà L'applicazione che viene fatta oggi della legge sull' aborto è una spada di Damocle sulla testa degli operatori sanitari per uso improprio del mezzo, viste poi le cifre italiane ( 6 milioni di aborti, ovvero un decimo della popolazione ma se prendiamo in esame solo quella realmente coinvolta, ovvero quella sotto i 40 anni che in parte avrebbe avuto a sua volta dei figli, ad oggi, possiamo dire che si tratta di una crisi demografica "imposta" da una mala interpretazione di legge).
In realtà il sostegno alle donne (Paola Bonzi, una delle persone con maggior esperienza nel campo del sostegno alle donne in maternità in Italia) dall' esperienza raccolta in questi 40 anni sostiene che almeno 6 donne su dieci abortiscono spinte dalla disperazione, dal bisogno economico e dalla paura di perdere il lavoro. Sarebbe molto bello che anche le ostetriche che si occupano di maternità e di attaccamento fisiologico madre-figlio cominciassero a denunciare e a portare L' attenzione su questa piaga fortissima del nostro paese, ovvero L' irrilevanza della donna-madre. Se anche i centri di ascolto e di accompagnamento gestiti da ostetriche "entrassero" in questa parte fondamentale della vita della donna farebbero un gran servizio alle madri e ai bambini, offendo sostegno davanti alla maternità, in primis. Anche perché senza sostegno è inutile parlare di "scelta", non esiste scelta per chi è lasciato da solo, mal informato e senza aiuti materiali. Comunque ribadisco, tutto quanto scritto da M. nel post precedente è vero. Non escludo che, con il tempo, vista L' esasperazione di moltissime donne che sono passate attraverso L' esperienza dell' aborto volontario e la consapevolezza che sta emergendo in una parte del mondo femminile non comincino davvero a fioccare, le denunce.
»

Augurio, quello di C., che mi faccio pure io da anni. 


- S: «Non si tratta del corpo delle donne, altrimenti sarebbero loro a morire con l’aborto, non il bimbo. Non capisco la logica di questa argomentazione, come nemmeno quella sottesa a tutte le argomentazioni pro-choice...»

L'ostetrica, stupendo tutti e a più di 24 ore dall'inizio del post, risponde a tutte le questioni argomentando: «Non si abortiscono bambini, si abortiscono embrioni e feti. Non è la stessa cosa».

- C: «mi sa dire esattamente il giorno, l'ora, il minuto e l'istante in cui l'unione di due gameti smette di essere un "embrione" o un "feto" e diventa un bambino? Scientificamente grazie (non cioè per generalizzazione di esperienza o per "accordi" presi tra adulti - che altro non sono che embrioni e feti in uno stato successivo del loro sviluppo). Questa informazione sarebbe veramente utile per la discussione in atto. Mi chiedo se lei usi queste argomentazioni di fronte a donne che si trovano a vivere un aborto spontaneo, per altro. "Non c'è motivo di addolorarsi, era solo un embrione o un feto" Le pare il discorso di una persona che "ama le donne"?»
-   E: «questo è BAMBINO che non è potuto venire alla luce a termine della gravidanza ma per un aborto spontaneo è stato partorito dalla sua mamma alla 13a settimana di gravidanza; pensa che i genitori gli hanno dato anche un nome....»
- C: «ma è seria? Cioè, Lei crede davvero che si parla così alle donne? Cioè abbandona una discussione perché non le è comodo rispondere (ancora attendo) e pensa di fare la brava ostetrica divincolandosi e continuando in altro scambio di post? Per fortuna le brave ostetriche che conosco (una in particolare è una istituzione italiana e non credo sia cattolica, se proprio le interessa) non fanno come Lei. Ma si vergogni.»
- G: «ci sono medici che non si fanno problemi ad ammettere che “i bambini li frullano” (arriverà una Norimberga per voi tutti). Mettetevi d’accordo». (il commento parla del "medico" Silvio Viale.
- D: «ho l'impressione che tu non abbia nemmeno letto i messaggi con cui le donne ti hanno risposto».
- M: «embrioni o feti?? Ma che ostetrica?? se sua mamma avesse abortito lei quando era embrione o feto, ora non ci sarebbe! Mi sembra ovvio dire quindi che l'embrione o feto sia il nome che si dà all'essere umano quando è ad un certo punto dello sviluppo, così come io e lei siamo adulte e siamo state adolescenti o bambine. Stessa persona, momenti diversi della nostra vita. Nella pancia siamo chiamate con un altro termine, che sta ad indicare a che momento dello sviluppo corporeo eravamo, ma eravamo sempre noi!»
-  G: «l’unica dalla quale sento uscire frasi intrise di odio è proprio lei mi spiace! Noi non odiamo o condanniamo nessuno, o meglio, un grande Maestro ci ha insegnato che non va condannata la persona, ma l’atto! E poi non smetterò mai di dirlo, urlarlo se necessario: non è un grumo di cellule, non è un embrione, non è un feto, è mio Figlio!»

L'ostetrica risponde: «Un embrione non è un bambino»

- E: «a tuo parere puoi indicarci con esattezza quando ciò che a tuo dire è un embrione si trasforma in bambino ?»

- B: «Allora tu chi sei, chi eri?»
- G: «Est qui futurus. Un embrione è un essere umano esattamente come lo è un bambino, un giovane o un vecchio. Quanto può accecare l’ideologia femmitrista… ».
- C: «E, B, state tranquille: la signora non sa rispondere alla vostra domanda e ora sparirà dalla discussione. Fa sempre così. »
- E: «povera... mi fa una tenerezza... nella sua grande confusione ... possiamo solo pregare affinché il Padre le tocchi il cuore come solo Lui sa e può fare... voglio pensare a quanto bene potrebbe fare questa ostetrica senza tutto quello zolfo attorno
- C: «A me basterebbe che citasse dal suo libro di embriologia (anche se ciò che dici è pur sempre molto importante!)»
- G: «A rigor di termini, comunque, si può serenamente ammettere che un embrione e un feto non siano, stricto sensu, dei bambini: i primi vivono in simbiosi con la madre, gli altri no; questi saltano, gridano e hanno la circolazione del sangue uguale a quella degli adulti e degli anziani, quelli no.
Il punto è che dal punto di vista filosofico embrioni e feti non guadagnano diritti per l'equiparabilità con i bambini (che si dà solo secondariamente), ma per la comune appartenenza al genere umano, ovvero – nella fattispecie – con l'essere individui della specie umana. Il che è un dato primario di cui già il solo dna dello zigote parla. I bambini vengono dopo, e i discorsi delle femmitriste sono chiacchiere.
»
- C: «Sì, G. Un embrione non è un bambino allo stesso modo di un adolescente che non è evidentemente un anziano. Ma se adesso apri google a cerchi embrione umano ad es sul dizionario medico Treccani, leggi che esso è un "organismo", e uno "stadio". Se cerchi poi organismo leggi "essere vivente". Cioè, vita. Del resto, la signora , se davvero è ostetrica, ha studiato embriologia e sa bene che, avvenuto il concepimento, il DNA del nascituro è già determinato e ben separabile da quello di mamma e papà. È un individuo terzo ben definito. Ha solo bisogno di essere lasciato in pace a sviluppare ciò che ha già. Se lasciato in pace (e se non viene, ad esempio, abortito) vive e cresce. Se lasci in pace un bimbo di due mesi, vive e cresce. Ma attendo, fiduciosa, che la signora Pacini citi la pagina del suo libro di embriologia in cui si dice esplicitamente che l'embrione non è vita e ci sveli a quale mezzanotte di quale mese della gestazione il concepito diventi magicamente un essere umano vivente. Speriamo ragazzi, speriamo. La speranza è l'ultima a morire.»

L'ostetrica persevera: «Un embrione non è una persona»

G: «Alt, non sta pontificando tra sprovveduti: abbiamo detto appunto “un individuo della specie umana”. Ma “persona” è categoria filosofica e giuridica, non medica, quindi stia al suo posto e si attenga alla scienza. “Persona” può definirsi, secondo le nostre tradizioni filosofico-giuridiche, in almeno cinque o sei accezioni, nessuna delle quali cogente rispetto alle altre. Secondo alcune di esse, un cerebroleso non è una persona e terminarlo è un atto moralmente neutro, ma questo è il preludio alla legge della giungla peggiorata dall'uso del raziocinio: poiché nelle società di diritto le disposizioni odiose si applicano in modo non restrittivo, noi non ci spingiamo a considerare l'embrione una persona, però rivendichiamo – per noi stessi anzitutto – che all'embrione siano riconosciuti i diritti della persona.
Sarà un gran giorno – e verrà! – quando queste limpide ragioni saranno parte di una sentenza giuridica internazionale e sovranazionale che condannerà le tesi vergognose da lei propalate. Abortisti a Norimberga».

L'ostetrica continua: «Valentina Carani era una persona. È l'anno uccisa i pro vita. I pro vita odiano le donne»

- G: «Di palo in frasca, e le abbiamo già risposto. I prolife che sono veramente tali amano tutti. La madre e il bambino, il nascituro, il moribondo, il barbone e il migrante».
- E:  « sta andando il loop... non è che ripetere a ruota la medesima frase l'aiuta o la rende vera.
Ci sono commenti con domande rivolte direttamente a lei alle quali nemmeno si degna di rispondere.
Valentina era una mamma che non ha potuto vivere appieno la sua maternità e tantomeno la sua vita sponsale. I suoi figli e lei ora sono nella Pace Eterna e immagino che la sua anima chieda riposo e con questa modalità lei gliene sta strappando un bel pò.
Risponda alle domande
Argomenti
se ne è capace.
Buona serata
»
- R: «sto notando che continua a ripetere sempre le stesse frasi non argomentando. Ciò mi fa riflettere sul tipo di studi che ha portato avanti per affermare certe cose; perché è giusto che ognuno abbia le proprie opinioni (su questo siamo tutti d'accordo) ma riscrivere e riscrivere frasi che non hanno argomentazione mi fa nascere seri dubbi. Perché queste affermazioni le fanno anche le mie compagna di classe, e le espongono a ruota ininterrottamente quando si discute dell'argomento. So che le ostetriche non studiano materie come embriologia (lei ha affermato infatti che l'embrione non è un bambino quando ci sono studi che affermano il contrario), legge (lei ha affermato di essere a favore della legge 194 senza neanche dire il perché), bioetica se non per interessi personali. Quindi, vedendo che lei non ribatte in maniera convincente a tutti i commenti che, in cambio, sono scritti da persone che ne sanno certamente più di me sull'argomento, mi è venuto il dubbio. Leggendo noto che lei, come già affermato poche righe qui sopra, dice le stesse cose di ragazzine tra i 16 e i 18 anni, e che quindi non ha una vera formazione a proposito di aborto. Potrò sbagliarmi, senza dubbio. Ma questo è ciò che si nota attraverso i suoi commenti che non superano più di 7/8 righe e che quindi equivalgono a delle frasi a casaccio.»
- M: «Senza l'embrione lei non esisterebbe. Non può esistere direttamente o stadio bambino, Devi necessariamente essere concepito e passare i vari stadi dello sviluppo. A me sembra così logico che quando lo spiego ai miei figli piccoli, per loro non fa una piega. 
 Fermi tutti...volevo dare un'occhiata veloce al profilo della nostra amica...primo post che vedo proviene da un gruppo che si chiama "IVG, ho abortito e sto benissimo." Vedo qualche post (che orrore) e mi fermo ad una immagine con scritto "test di gravidanza positivo...inizio della maternità" che doveva/poteva essere un post felice. Una sfilza di commenti sarcastici e anche seri che associano la gravidanza ad un incubo a seguire. Uno tra tanti questi qui che cita "a me è capitato (test positivo) ma ringrazio la IVG perché per me sarebbe stato un incubo partorire una parassita (dice una, tanto è vero che nella risposta si legge "Una? Quindi sapevi che doveva essere femmina?") Continua dicendo, una parassita che avrei odiato sin dall'inizio.
Un altro commento cita: mia madre non mi ha mai voluta (...) ora sono serenamente childfree.
Sconcertata, esco immediatamente dal gruppo, con la mia convinzione che evidentemente la maggio parte di coloro che sostengono l'aborto lo facciano per insofferenza nei confronti dei bambini o perché li sia capitato qualcosa di triste nella loro vita e di conseguenza non riescono a vedere come felice il dare la vita. Un altro commento ancora elencava tutte le cose difficili che riguardano la gravidanza (dolori vari, cambiamenti ormonali ecc ecc) descrivendola come incubo e orrore.
Come può una ostetrica sostenere un gruppo del genere dove si associa la gravidanza e la maternità ad un incubo?
Sono davvero felice di aver avuto sempre ostetriche competenti, positive e incoraggianti, sono contenta di essere cresciua ed essere tutt'ora circondata da persone che invece amano la vita, in tutte le sue sfaccettature: quando va bene e quando va male, che sono mature vedendo nella gravidanza il normale processo del fare spazio ad un altro. Il corpo di dilata, si prepara ad accogliere. Io personalmente ho 6 figli e vivo nella gratitudine perché la mia vita è un continuo dare la vita e nel dare ricevo 100 volte di più. Mi dispiace per tutte queste donne amare, insofferenti, che non riescono a vivere per gli altri, che non riescono a dare la vita. E poi ogni difficoltà è ripagata dalle parole e dagli occhi di tuo figlio che ti dice "mamma grazie per avermi fatto nascere" (il mio primo figlio, di quasi 9 anni, alla nascita del suo quinto fratellino). Non c'è niente da fare: crescere uomini responsabili e felici è il "lavoro" più bello
».
- C: «A me le ostetriche così farebbero vergognare se fossi ostetrica. Getterebbero brutte ombre sulla categoria. Soprattutto perché non sa argomentare, appellandosi alla scienza che dovrebbe aver studiato. Da donna mi sento aggredita da una ostetrica così. Il bello sapete qual è? Che la signora Pacini poi sbandiera lotte contro la violenza ostetrica. E poi viene qui a fare la violenta con svariate donne che hanno commentato. Se vado dal medico e quello non sa darmi valida risposta scientifica, poi, direi che sono titolata a dubitare della preparazione di dell'operatore». 
- M: «L'art. 462 c.c. recita: "Sono capaci di succedere (cioè di ereditare) tutti coloro che sono nati o concepiti al tempo dell'apertura della successione."
Benché tale norma sia stata dettata esclusivamente al fine di evitare l'esclusione di un successore dai suoi diritti ereditari, essa dimostra alcune cose che mi sembrano fondamentali in questa discussione:
1) L'essere umano, in quanto concepito, per la legge esiste prima ancora della nascita.
2) Per quanto non ancora venuto al mondo, è già un soggetto di diritti (cioè titolare di diritti propri), in previsione della sua nascita
3) Per poter essere titolare di diritti propri, deve essere considerato, almeno potenzialmente, persona fisica ai fini di legge.
4) A ciò si aggiunge la dizione letterale dell'art. 1 L. 194/78 che recita "Lo Stato .... tutela la vita umana dal suo inizio". Nel caso di specie, per "inizio" della vita umana si intende il concepimento, altrimenti non avrebbe avuto senso prevedere dei presupposti tassativi, indefettibili, per stabilire l'eccezione al divieto di aborto (che rimane reato ove agito fuori da quei presupposti).
5) La vita di cui ci si occupa è evidentemente quella umana e alla legge non importa come sia definita, scientificamente, filosoficamente, religiosamente o linguisticamente, il "corpo" vivente di cui si parla. Per la legge la vita è quella cosa che sorge al momento del concepimento e termina con la morte.
6) Stando così le cose, la discussione sul momento in cui vi sarebbe la trasformazione in "bambino" è del tutto inutile e inconferente al fine di stabilire se possa o meno essere abortito.
7) La legge, nell'occuparsi di tale argomento, disciplinando, come già detto, le eccezioni alla regola del divieto di aborto, non inventa nulla, bensì riconosce alcuni punti fermi del comune sentire derivati da fatti naturali incontrovertibili (esattamente come la costituzione, quando riconosce la famiglia come società naturale fondata sul matrimonio).
8) Tutto ciò che si dice, scrive, afferma, per contraddire che il concepito, prima della nascita, sia a tutti gli effetti un essere umano è semplicemente un esercizio ideologico volto a disconoscere la realtà dei fatti, cioè che dal momento dell'incontro tra i gameti si forma un entità nuova, diversa dalla madre e dal padre, che contiene in sé tutto ciò che gli serve per essere considerato un essere umano. Il fatto che non sia ancora indipendente, che non abbia capacità di vita propria, che non sia ancora senziente, nulla toglie alle sue potenzialità e alla sua effettiva qualità di titolare di diritti. Esistono infatti molteplici situazioni nelle quali l'essere umano già nato, può trovarsi in condizioni di non indipendenza, di non capacità di vita propria, di non essere senziente, ma in nessuno di questi casi viene privato, dalla legge, dei suoi diritti primari irrinunciabili e nemmeno di quelli non fondamentali (giusto per fare un esempio: una persona in coma proprietaria di beni immobili, non perde la proprietà per il solo fatto di non essere più capace di intendere e volere, ma viene affiancata da un tutore o un amministratore di sostegno che si occupi dei suoi beni per suo conto).
Insomma, per concludere, signora Gabriella, nulla di quanto da lei affermato ed eccepito, può modificare la realtà dei fatti.
»

2) L'ostetrica poi mi chiede: «Rachele ma da quando si parla di bambino? Prima o dopo la nascita... Cosa intendi non è chiaro». 
Ora, come direbbe Forrest Gump, "Io non sono un pozzo di scienza" ma la domanda è molto strana. Cosa intendo io per bambino? Pensavo che a partire dallo zigote in poi, fosse difficile parlare di altro, dati gli studi scientifici e le opinioni di diversi e molto autorevoli scienziati. Probabilmente però, la questione è più sottile. La domanda della collega, legittima anch'essa, trova copiose risposte. Io fornisco la mia attraverso l'opinione di 5212 scienziati (molti dei quali "pro-scelta"). Sottolineo che la Cassazione ha decretato che il feto sia una persona durante il travaglio: ma - da ostetrica - so che i prodromi di travaglio di parto possono essere molto antecedenti al travaglio vero e proprio. Quindi, non c'è un momento preciso. Quindi... il feto è persona comunque.

- C:  «Bambino= cucciolo di essere umano. Frutto della scintilla vitale che scaturisce dall'incontro tra due gameti. Lì si genera un nuovo individuo della specie umana, e da lì in avanti qualsiasi "limite" o distinguo è arbitrario (e infatti è operato da adulti, già nati e già cresciuti)»
- C:  «Come insegna la scienza perinatale, il bambino non "inizia" e non diventa tale con la nascita»
- B:  «Ma che domanda è? Uno chiede quali sono i diritti di in bambino e si risponde con la domanda cosa è un bambino? Un bambino non è forse un bambino il giorno prima di nascere? Se neghiamo il diritto a nascere neghiamo di fatto ogni altro diritto.»
- F:  «Perché prima della nascita cos'è un cane,uno struzzo o un balenottero? Non capisco. Nel momento che metà cromosomi di mio marito e metà miei si fondono quello è un uomo/donna già tutto deciso e programmato. Tutto il patrimonio genetico è già quello di quando avrà 10/30/50/100 anni. Tutti i miei figli io e tu ci siamo trasformati ma come siamo oggi già lì era definito. Il tuo sistema nervoso centrale a 5 settimane era praticamente formato, a 6 il tuo cuore batteva lo stesso che batte oggi... Poi se vogliamo raccontare di asini che volano ok...anche a me piace molto Ciuchino ....»
- M:  «Signora, il bambino altro non è che un essere umano, il quale passa attraverso vari stadi, dal concepimento alla morte, ma è sempre la stessa unità di cellule che compongono un corpo. Indifferentemente dalla definizione scientifica di ciascuna fase della vita umana, il corpo che cambia, cresce, matura invecchia è sempre di quello stesso essere umano. Una donna che scopre di essere incinta, sin dal primo momento pensa e sente di avere un "bambino" in grembo. Peraltro, anche se volessimo rigettare la definizione di bambino per quel corpo fino a quando non nasce, non potremmo negare che, sin da prima, si trattava sempre dello stesso soggetto corporeo fulcro e protagonista di una storia che sta iniziando: negargli il diritto a nascere significherebbe sostenere l'esistenza di un discrimine definitivo tra prima e dopo il passaggio dal canale del parto o dal taglio cesareo. Questo significherebbe anche concepire la possibilità che esista un prima e un dopo che definiscono l'esistenza di un essere umano, ma ciò sarebbe in contraddizione con la sua esistenza e corporeità. Sarebbe come negare che esistano certi esseri viventi, solo perché non si possono "vedere" e/o "toccare". Ma sappiamo bene, ad esempio, che esistono esseri viventi come i batteri e i virus che non si vedono... se non col microscopio (esattamente come il bimbo nel grembo materno si vede solo con l'ecografia), ma sono vivi...»
- G (unico uomo, ci tengo a sottolineare, che risponde alla questione posta dalla collega):  «Entrambe le nostre figlie le abbiamo chiamate per nome da quando abbiamo saputo della loro presenza, e una delle prime cose che abbiamo imparato in quell'istante è che erano lì da prima che noi ce ne rendessimo conto. I figli stanno avanti per definizione, altro che “quando parliamo di bambino?”.»
- C:  «Bambino come essere umano piccolo piccolo lo è da subito. Anche se nei libri viene chiamato in modi diversi a seconda dell'età gestazionale. Ma nel momento in cui inizia ad esistere, è lui. E' lo stesso che da vecchio avrà i capelli bianchi. Per cui come essere umano va trattato. Ai medici che, al mio 99% di aborto spontaneo, mi hanno proposto un raschiamento per "risolvere il problema e poter partire tranquilla per le vacanze" ho fatto lo shampoo.»
- A:  «Sugli animali certe domande non se le fanno...anzi guai a toccarli. Giusto x la coerenza»
- MR.:  «Ma come vi permettete: ha ragione! Prima o dopo essere passati per il magico canale del parto? » 
- G:  «E chi nasce per cesareo, allora?»
- MR:  «il mistero s'infittisce... »
- M:  «Probabilmente rimane un feto per tutta la vita!»
- MR:  «Allora conosco un feto con la laurea: mia sorella! Figo!»
- G:  «noi ridiamo e scherziamo ma questa sarebbe una del ramo, eh: una professionista!»
- M:  «Purtroppo...»

L'ostetrica replica usando il medesimo argomento di cui sopra, la morte della povera giovane Signora: «scherzate ma quando una donna ha veramente bisogno di abortire e trova solo i pro vita davanti allora è veramente una cosa terribile. Tante donne sono morte così, per questo ocme ostetrica io rispetto le donne, qualsiasi sia la scelta. Voi le rispettate solo se fanno quello che volete voi. Bel rispetto delle persone... ». In realtà la Signora non aveva bisogno di abortire, aveva bisogno di essere assistita al meglio. Purtroppo abbiamo già dimostrato che c'è anche chi è morto d'aborto volontario perché non ha trovato nessuno che dicesse: «Non farlo! Potresti darlo in adozione a mamme che lo desiderano» e così non rischierebbero di morire a causa di una complicazione dovuta a una gravidanza patologica insorta con una PMA, verrebbe da aggiungere.

- E:  «se posti le notizie almeno verifica siano quelle giuste (incolla un link che già abbiamo citato per la precedente discussione). e sebbene il dramma per la morte di questa mamma e dei sue due bambini sia terribile... la strumentalizzazione che ne fai poco lustro dona al tuo mestiere...»
- C:  «Eccola la, è venuta fuori la problematica vera: non il bambino, ma l'aborto. Cara signora, io e lei in particolare non siamo nuove a questo genere di confronto. Ma ripeterò le stesse cose: qui non si parla di cosa sceglie la donna e della sua libertà ma delle cose che si raccontano alla donna e a tutti. Un conto è dire "tu sei libera" (diritto di tutti) un conto è la disinformazione. Fare un servizio alla scienza, che peraltro lei da ostetrica dovrebbe ben conoscere, vuol dire rispettarla e divulgarla correttamente sempre, non a intermittenza. Fin ad ora, con le donne (ostetriche incluse) con cui mi è capitato di confrontarmi, non ho trovato una persona, dico una, che mi abbia dimostrato scientificamente che il concepito non è vita e non sia un individuo. In definitiva, un bambino. In generale, le risposte che ricevo sviano dal mio quesito per lanciarsi sul discorso della donna e delle sue scelte ma non è evadendo la domanda che si risolve la questione. L'ultimo confronto qui su fb sul tema, con una nota giornalista italiana, è approdato a questa fantastica risposta: "signora", mi è stato detto, "il concepito è un bambino SOLO SE SUA MADRE LO ACCETTA COME TALE E LO VUOLE". Ora, staremmo ore e ore sulla magnificenza di questa risposta, ad ogni modo mi spiega lei, da ostetrica, come una donna del 2019 possa tenersi questa risposta ritenendola scientificamente valida? Anche perché, io potrei ribattere, come di fatto poi faccio: allora spiegatemi come si chiama e funziona il processo bio-chimico-ormonale che fa del concepito una cosa inesistente e pronta per essere soppressa per il solo fatto che la madre decide che non lo vuole. Cosa accade? L'ipotalamo della.madre rilascia sostanze che scendono nell utero e uccidono il bimbo che si è annidato? Fare oscurantismo scientifico non favorisce il dialogo pacifico ed esacerba gli animi. Poi, una donna resti libera di scegliere ma non è con la menzogna che si fa un servizio a lei e alla società civile. Come sanno bene tutti gli operatori della nascita, peraltro. Saluti. Ah, per inciso: per fortuna non tutte le ostetriche e i ginecologi sragionano. Conosco anche chi la scienza la conosce bene.»
-  C: «vada a leggersi la storia di Bernard Nathanson (e qui sul mio articolo a proposito della legalizzazione dell'aborto negli States), magari prende spunto anche lei per rivedere qualche giudizio a priori di tipo ideologico. Che anche lui è partito dalla preoccupazione di difendere le donne. E per questo ha fatto carte false (letteralmente). Ma è di un grande uomo ammettere di avere sbagliato, di aver confuso la "difesa delle donne" con la loro condanna. La preoccupazione è giusta, ma la strada manca di ragioni. Non è mai troppo tardi per rendersene conto.»
- M: «La pensa così ed è ostetrica? e aggiunge sul triste episodio: questa donna aveva bisogno di una cura antibiotica immediata per una sepsi in corso, e non di aborto. Semmai i bambini si possono far nascere prematuri ma mai abortiti. Questa donna era incinta dopo fecondazione assistita se non sbaglio, per cui figurati se desiderava che i gemellini fossero abortiti dato che ha fatto quel che ha fatto per averli! Questa è una morte per negligenza. L'aborto non ha niente a che fare.»
-  A: «No cara rispettiamo non solo la donna che vorrebbe abortire ma anche il loro bambino...e si attiva per aiutare concretamente non commettendo un aborto e poi lavandosi le mani “ma si hai fatto bene così” almeno l’”aiuto” finisce lì...»
- F: «Ma vi rendete conto in mano di chi ci mettiamo quando si va in ospedale....per essere aiutate... Mica son tutte Rachele....anzi probabilmente le Rachele son così rare che bisogna cercarle appositamente.»

In realtà vorrei assicurare F. che la sottoscritta di speciale non possiede nulla. La sottoscritta è solo un matita in mano a Dio e come tale, si muove... Ci sono ostetriche, che salvano vite ogni giorno: vite di bambini, di mamme e di papà. Ostetriche alle quali io non sono degna di allacciare i calzari. Ostetriche che hanno donato la loro vita alla vita.

- P risponde postando un famoso video della Choice42.

L'ostetrica aggiunge rispondendo a F: «non credo che Rachele Sacramoso (in realtà mi chiamo Sagramoso, ma non importa, ndr) obbligherebbe una donna a portare avanti la gravidanza contro la sua volontà. Magari è una donna che non ha difficoltà economiche, non ha bisogno di aiuto ma proprio non vuole quella gravidanza. Il dovere di un'ostetrica è rispettare la scelta della donna.» 


- F: «sono sicura che Rachele come molte ostetriche che conosco pagherebbero la donna per portare avanti la gravidanza e poi si prenderebbero il bambino. Mi viene in mente una mia cara concittadina tale Flora Gualdani. L'idea che una persona che dovrebbe lavorare per la vita la interrompe mi fa ribrezzo.»

- C:  «se una donna non lo vuole proprio un bambino ci pensa bene prima di farsi mettere incinta. Bisogna essere adulti responsabili e non scaricare le nostre colpe sugli altri. E comunque ancora una volta nessuno risponde alla mia domanda. Ormai non ho più dubbi che la risposta non la avete.»
- F: «certo che non ce l'hanno tu parli.di scienza mica di fantascienza ideologica...»
- A: «Concordo C, io non credo alla favola del “è capitato”, se capita c’era un minimo di desiderio dietro, anche inconscio (chiaramente non parlo dei rari casi limite dove anche con l’aiuto alla persona il male può essere trasformato in bene), e non è accettabile nel 2019 essere così irresponsabili. I mezzi ci sono e bisogna usarli. Mi è capitato più di una volta di sentire donne sposate abortire, spesso perché nemmeno supportate dal marito nella decisione “fai come ti senti” ma come decerebrato c’eri anche tu!!! Esiste la legge ed è molto più facile che ricevere aiuto dagli altri, che ovvio se ne lavano le mani a partire dai sanitari, che basta che aspirano e sono contenti, arrivano anche i soldi...visto il video del cocomero in USA, dicono che è come svuotarne uno...»
 - C: «A. concordo. A parte che dagli anni settanta c è stata uno sdoganamento e banalizzazione dell aborto, quello che i cosiddetti prochoice ignorano volutamente è che tutta la prima parte della 194 è strutturata per evitare in qualunque modo l'aborto alla donna, visto come estrema ratio. Magari la 194 venisse applicata integralmente! Invece no, non solo viene presentata come la legge che ti serve l aborto su di un vassoio d argento, ma non ti sanno dire nemmeno cosa hai in pancia che sembra che stiamo parlando di comodini o parti di reni ( c'è gente che pensa veramente questo). La libertà è importante e ci mancherebbe altro, ma mentire sapendo di farlo e in barba alla scienza no, nel 2019 soprattutto non è affatto tollerabile.»
- G:  «io mi faccio appunto seguire da un’ostetrica privata per le gravidanze, anch’io ho partorito in casa ed anche la mia ostetrica dice che bisogna rispettare il volere della donna. Fin qui ci siamo: nessuno può obbligare qualcuno, ma diverso è incoraggiare una scelta, appoggiarla con la scusa “il corpo è il tuo...” Io mi aspetterei più informazione, vicinanza, parole di conforto, Verità! E la verità è una sola e noi la conosciamo bene, anche tu: non è un grumo di cellule ad abitare quel ventre, è un figlio! Ora possiamo girarci quanto ci pare, ma è così. Prima di prendere una decisione una donna andrebbe davvero aiutata a scegliere la vita, a scegliere il suo bambino. Non se ne pentirà di certo e tu lo sai benissimo che nonostante le mille difficoltà qualunque donna si farebbe tagliare un braccio per il proprio figlio, nessuna donna vorrebbe tornare indietro e decidere di non farlo nascere. Al contrario ho conosciuto una donna in particolare che invece da quando ha abortito non si da pace, e no, non è per “le pressioni esterne” di gentaglia come noi te l’assicuro. Fa male il cuore. Una scelta del genere non andrebbe mai fatta con tanta leggerezza perché le ferite che lascia sono molto più profonde di quello che crediamo. Si va contro natura, ho detto tutto! Questo dovrebbe bastare a farci capire che poi il conto ci viene sempre presentato, ed è salato! Io mi auguro che ci sia un risveglio da questo punto di vista e che le donne possano davvero scegliere senza inganno soprattutto aiutate e supportate da figure come la sua non intrise di ideologia. Invece da quello che leggo lei è proprio a favore dell’aborto, nel senso che bisogna incoraggiarlo. Mah, va contro la sua stessa professione, e francamente a me fanno paura le persone come lei che usano certi termini. Ci sono mille battaglie che si potrebbero sostenere a favore delle donne, della buona nascita ecc...invece lei ha scelto di schierarsi da tutt’altra parte.»
- C: «Infatti, altro argomento tabù: il lutto perinatale. Che vale eccome anche per chi "sceglie" l'aborto. Io cmq, signora, attendo ancora da mesi la risp alla mia domanda, eh! La ripeto: Lei cosa era nei giorni immediatamente dopo il Suo concepimento? »
E non vale demonizzare sempre l'interlocutore con "voi pro life..." bla bla bla. Quando la smetterà di appiccicare vuote etichette agli altri, forse scoprirà che ci si può pure confrontare
». 
- A: «Si fu davvero uno sdoganamento. Appena uscita la legge mia madre che da poco aveva partorito mio fratello morto due giorni dopo la nascita, si vide bussare alla porta dalla sua vicina “mi tieni Simone? Devo andare in ospedale ad abortire.” Mia madre si mise a piangere disperatamente “ma perché fai una cosa simile, io l’ho perso da poco e tu vai a fartelo ammazzare?” E lei “devo sennò non riusciremmo a mantenerlo con un solo stipendio” ed era solo il secondo figlio. Stessa tiritera oggi, ho conosciuto diverse mogli che hanno abortito al secondo o terzo figlio. La differenza è che ora i metodi anticoncezionali sono molto più evoluti e tartassati dai medici e non si capisce come mai questi figli “capitino”. La risposta che mi sono data è che la gente non è responsabile, che al momento pensa “va beh abortisco se capita” un po’ come quando ci si sposa “va beh se non andiamo d’accordo c’e’ il divorzio” poi una volta che provano vedono che le conseguenze sono devastanti e che nessuno gliene aveva parlato...se non di “libertà di scelta”, “le leggi lo permettono”. »

La verità è che probabilmente l'ostetrica non leggerà tutte queste donne che le rispondono o, se lo farà, le bollerà come "piene di pregiudizi", "nemiche delle donne" (molto strano dato che anche loro sono donne) o quant'altro. Ma quelle donne che hanno risposto e si sono esposte così tanto per difenedere il diritto delle donne a tenersi il loro bambino nonostante chi consiglia loro di fare il contrario, hanno condiviso un po' del loro tempo con carità e tanta speranza che anche un solo bambino in pericolo di vita, possa essere salvato da una donna che vive nel dubbio magari dovuto ad un abbandono del proprio uomo (ecco perchè l'aborto è misoginia) o una costrizione da parte del datore di lavoro. Quello che queste donne hanno compiuto, testimonianze e ragionamenti, è prezioso e fa di loro tanti piccoli soldati pacifici ma irremovibili. La salute delle donne passa dalla bellezza degli occhi con i quali le guardano i loro bambini.
PS: vorrei tanto ringraziare chi mi paragona a Flora Gualdani. Ringrazio ma non posso accettare. Io non sono degna di allacciare i calzari a un'ostetrica compe Flora che ha dato la sua vita per la vita. Anche per accogliere con amore infinito le donne che hanno deciso di privare loro stesse dell'amore di un figlio. Io non sono nulla, a confronto.
Flora, grazie.

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