domenica 7 luglio 2019

L'abbrutimento femminile possiede una cura: la Bellezza e il Bene

Partiamo dall'inizio.


La cultura che ha allontanato la sessualità dalla procreazione, è un ingrediente. Abbiamo già più volte approfondito quanto fornire la possibilità di asservire ai propri istinti di accoppiamento-senza-essere-coppia, abbia trasformato la donna in un oggetto di piacere maschile, dato che la donna - che era stata elevata a soggetto fondamentale della società (con fatica, certo, ma grazie alla figura di Maria il procedimento era stato molto più rapido di quanto ci si potesse immaginare) - si è fatta ridurre a oggetto solo per godere della sua carne, andando a demonizzare tutta la figura femminile in modo drammatico. 
L'uguaglianza tra uomo e donna (inesistente dal punto di vista neurologico, ormonale, biologico e anatomico), è il secondo ingrediente ed è un danno enorme per la donna: ella venne innalzata dai Vangeli, rispetto al suo ruolo di serva durante il periodo del paganesimo. Pensiamo alla prostituzione e a quanto sia stata condannata dal cristianesimo. Il livellare all'uomo ogni potenzialità femminile, costringendo la donna a divenire solo una copia volgare del peggiore degli uomini, per sfruttarne le competenze umane e che la rendono ineguagliabile in tantissime situazioni, per spolparne la natura più intima e forte che la fanno colei che la natura ha reso fertile e culla della procreazione delle generazioni successive, è un ingente danno che la cultura ha promosso nei confronti della femminilità. 
Ripetiamo: la sessualità e la procreazione sono state disgiunte da una mentalità maschilista e misogina che usa la donna per fare soldi: marketing, in sostanza. Inoltre, la donna, è stata spogliata della sua dignità per parificarla agli uomini più biechi. Il motivo? Futile: la donna sola spende e spande. Non è a caso si leggano titoli di giornale come quelli dell'immagine.
La donna, come promuoveva Larry Lader, doveva essere costretta (indotta a pensare che fosse il suo bene e ciò che realmente voleva dalla vita) a lavorare: evidentemente i nazisti avevano ragione: "il lavoro rende liberi" (ovvero schiavi del sistema). La produzione, il commercio, i soldi. Una madre non produce, non è abbastanza schiava (in realtà lo è se la si convince a delegare la crescita dei propri figli al marketing della pedagogia a basso contatto): specialmente se il figlio è malato. Perchè quando metti al mondo un figlio, tanto tanto se è sano (è qualcuno che fa girare l'economia), ma se è malato a cosa serve? Ecco l'eugenetica durante la gravidanza. Ecco l'eutanasia se la qualità della vita è inferiore alla potenziale mentalità dei consumi (ricordiamoci di Alfie Evans, Charlie Gard e Vincent Lambert, solo per citarne alcuni) 


Se la donna è uguale all'uomo (lo ripetiamo: non all'uomo "cavaliere" e dotato di fortezza, ma alla macchietta del maschio "pompato" e aggressivo - si legga il mio articolo in proposito), è schiava del suo organo genitale che non è la vagina (mezzo che accoglie il pene e convoglia lo sperma nell'utero, culla della nuova vita), ma è il clitoride. Ecco il moltiplicarsi (anche) di ostetriche e (anche, ovviamente) di psicologhe che sono tutte intenzionate a mettere al centro dell'attenzione della donna, il suo ideale ed enorme clitoride (enorme come il suo ego). «Se il clitoride è felice, la donna è felice: recitano le "esperte" di vulva» ("divulvatrici", mi è stato detto che si autodefiniscono costoro). E non è che sia un'osannare qualsiasi tipo di sessualità: infatti accanto a tale termine c'è sempre "contraccezione". Questo significa, né più e né meno, che la sessualità deve essere sterile, per divertire, ma non procreativa (la chiamano autodeterminazione, ma in realtà è istigazione costante all'aborto potenziale). "Sessualità", "piacere" e "anticoncezionali" vanno sempre di pari passo, mutilando - è il caso di dirlo - il vero significato dell'unione sessuale (ovvero la prosecuzione della specie), per usarne l'accezione più noiosa, riassumibile col termine "erotismo". Allora ecco che la donna è convinta artificialmente che la sodisfazione del proprio clitoride sia il massimo a cui aspirare: nulla di più antiscientifico, biologicamente errato (spiegheremo dopo il perché) e, obiettivamente, noioso.
Ovviamente il marketing la fa da padrone anche qui, visto che per tutte queste necessità clitoridee è necessario una dispendiosissima collezione di giocattolini a volte informi e a volte fallici (forse la vecchia e freudiana "invidia del pene" sia ancora sulla breccia?). Il diritto al godimento anche anale è servo di un'ideologia che ha reso un pezzo di intestino (apparato escretore), un ideale frammento di organo genitale: va da sé che sia tutta una burla, un inganno che però, poichè l'essere umano tende alla ricerca del piacere (spesso slegato artificialmente dalla ricerca del Bene) e poichè l'essere umano vive di comportamenti appresi e neuroni-specchio, è divenuto un mezzo economicamente valido per creare accoliti sempre più schiavi (ci siamo scordati "metterlo nel sedere" è, di per sé, un modo per dire "ingannare"). La donna possiede la vagina, usare l'ano a scopo erotico è abbassarsi al paragonarsi al "prostituto" maschile (ricordiamoci delle parole di chi commentava e spiegava le orribili immagini girate da Le Iene in club dove ci sono persone che, legate, si fanno inserire mani e braccia nell'ano, gesto che di sessuale e per lo meno godereccio, non ha nulla). Ma è normale che le donne cerchino una costante soddisfazione sessuale, pensando di trovare benessere emotivo e psicologico? C'è chi ha studiato approfonditamente tale situazione (quella di un erotismo slegato dall'affettività) e ha provato che «il comportamento sessuale possa essere messo in atto con lo scopo di soddisfare i bisogni di attaccamento che non siano stati adeguatamente riconosciuti e soddisfatti nel passato, e che la persona non è in grado di esprimere e gratificare nel presente. Avrebbe quindi lo scopo di regolare stati emotivi e di soddisfare bisogni non primariamente sessuali che l’individuo non riesce a gestire diversamente» (Tonino Cantelmi ed Emiliano Lambiase "Come lo stile di attaccamento influenza il comportamento sessuale"): questo potrebbe significare che tutta questa libertà erotica e pulsionale in modo disordinato, non sia che frutto di un attaccamento insicuro, ansioso o evitante. Sostanzialmente una relazione con mamma e con gli altri caregiver, piuttosto scostante. 


E qui introduciamo un altro termine interessante alla nostra ricetta: "pedagogia a zero contatto". Quando negli anni '50/'60 sorse la necessità di far lavorare le donne (ricordiamoci che l'emancipazione femminile è stata doverosa, ma si è fatta fregare dall'essersi unita alla rivoluzione sessuale ideata da Play Boy a causa della fragilità morale di Betty Friedan), i pediatri e i pedagogisti parevano proprio essersi messi in combutta contro la Teoria dell'Attaccamento di Bowlby (che asseriva che, indipendentemente dalle ideologie, un bambino ha bisogno di mamma o, per lo meno, di "attaccarsi" a una persona che lo renda sicuro, aggiunsero gli studiosi che lo seguirono) e "decisero" d'imporre una pedagogia che "scollasse" le donne dal loro istinto di cura e le rendesse incapaci sia di occuparsi del loro bambino (1), definito - anziché bisognoso di cure - un piccolo tiranno manipolatore (2), come vedremo avanti. La donna deve lavorare per se stessa (visto che si è creato il termine "realizzazione" che deve concentrarsi assolutamente nel momento migliore della vita della donna dai 20 ai 30 anni ed è irrimandabile, ma soprattutto non può essere condiviso con la creazione di una famiglia), o deve lavorare per non essere schiava (il fatto che sia l'uomo che può mantenere la famiglia è da considerarsi come asservimento al maschio), o deve lavorare perchè è stata abbandonata dalla politica (leggi sul congedo di maternità adultocentriche), o deve lavorare perchè è stata abbandonata dall'uomo (la cancellazione programmatica del vero uomo responsabile si giocò quando venne coniato il termine "patriarcato" addossandogli una serie di definizioni che a tutt'oggi sono usate spesso a casaccio e si condannò il matrimonio come mezzo per asservire la donna. Il risultato fu che il maschio eiaculatore feconda ma scappa, oppure rimane ma costringe all'aborto). Quindi, secondo chi a "scollato" artificialmente la madre dal bambino, il bambino che fisiologicamente ha bisogno di mamma per diventare autonomo (Bowlby lo descrive come "maturazione dell'attaccamento sicuro"), è solo viziato. Di qui, come dicevamo poco sopra, tutta una serie di ideologie pedagogiche aberranti che, sostanzialmente impongono che: 
Il bambino che piange deve essere ignorato altrimenti si infurbisce e schiavizza la madre per i suoi comodi (si noti quanto è importante terrorizzare la donna/madre facendole credere che diventerà schiava di qualcuno). 
I bambini sono viziati e viziosi (attenzione: qui sta anche la base della sessualizzazione dei bambini a scopo di giustificare la pedofilia. Stiamo parlando di reati che nascono dal credere che i bambini siano piccoli adulti in grado di manipolare l'adulto che, "poverino", non può che cedere alle tentazioni erotiche che il bambino propone: il dottor Spock denunciava l'erotizzazione dei bambini nei confronti dell'adulto): piccoli tiranni da comandare perchè altrimenti assoggettano l'adulto che diviene schiavo (spesso la madre) dei capricci. 
È necessario insistere subito perchè il bambino sia indipendente dalla madre e dai genitori. Deve dormire da solo e stare in solitudine (può godere della compagnia solo di pari con lo scopo di socializzare, e di adulti che però non lo devono assecondare altrimenti non diverrà mai autonomo, ossia solo). 
Ai bambini non si crede, ma li si comanda con ricatto affettivo e inganno (ricordiamoci della denuncia che Alice Miller!): essi devono capire che sono inferiori gerarchicamente e che debbono obbedire, se vogliono essere amati. 
Questi punti sono interessanti. Si pensi alla seguente storiella: una bambina sul seggiolone butta per terra la pappa (lo fanno, è normale, ma la pedagogia a basso contatto è contro tali normalità poichè sono viste come gesti di prepotenza del bambino che va piegata dalla forza dell'adulto) e viene sgridata. Minacce. Talvolta qualche ceffone. Magari qualche ricatto affettivo: "Se ti comporti così, la mamma non ti vuole bene". La bambina non comprende, non impara, ma piuttosto che prendere un ceffone o perdere - quel che è peggio - l'amore di mamma, modifica il suo comportamento secondo quello che è la regola che le è data. 
Stessa bambina, ma cresciuta. Indossa una gonna né provocante, né particolarmente corta e viene sgridata. Minacce. Talvolta qualche ceffone. Magari qualche ricatto affettivo: "Se ti comporti così, io non ti amo più". La donna non comprende, non impara, ma piuttosto che prendere un ceffone o perdere - quel che è peggio - l'amore dell'uomo, modifica il suo comportamento secondo quelo che è la regola che le è data. 
I tre attori principali sono una bambina insicura che tenderà - non è assolutamente automatico, ma crediamoci deterministici per un attimo - a esserlo sempre, nella sua vita. Una donna adulta che è stata resa insicura della propria capacità educativa e delle immense potenzialità educative istintuali che la femmina possiede e mette in atto con la pazienza e la serenità; che non comprende le tappe di sviluppo fisiologiche della figlioletta perchè è stanca dal lavoro e magari l'educatrice le ha detto che non deve credere che la bambina abbia la possibilità di essere educata a non lanciare il cibo dal seggiolone, ma va costretta a non farlo; alla quale è stato detto dal pediatra che l'omogenizzato mellin è quello giusto per una bambina di 12 mesi e che il rischio di assecondare sua figlia è tirar su una despota. Un altro è un uomo che - privato di maturità e di mascolinità dalla medesima pedagogia, ma avendo in più il carico del possedere un pene e quindi di essere "colpevole" a priori - è insicuro poiché è stato educato nel medesimo modo della bambina. La madre non l'ha educato assecondando le tappe di sviluppo e il suo bisogno di contatto e ascolto, quindi teme, probabilmente, l'abbandono da parte della figura femminile. Ovviamente agisce com'è stato educato a fare. 
E questa scenetta la possiamo rigirare come ci pare (la violenza può essere fisica da parte di un uomo o psicologica da parte di una donna: sono entrambe persone insicure e aggressive per mancanza di educazione, attaccamento sicuro e amore), ma la realtà è una sola: la donna madre privata della sua femminilità, privata del tempo per stare insieme ai suoi bambini per educarli e amarli, e obbligata a essere deleganti verso l' "esperto", ha perso tutto: 

L'istinto alla cura e all'accoppiarsi (nel senso più sociale del termine, ovvero "fare coppia") con un uomo che la compensi e la completi (fisicamente e psicologicamente, dato che uomo e donna sono diversissimi). L'istinto verso l'intimità, la privacy, il pudore: le donne non sanno più costruire relazioni di coppia stabili o, per lo meno, costruire connessioni intime equilibrate, mentre concentrano le loro energie verso la sessualità disordinata o violenta (subìta o provocata). 
Idealismi misogini e sessisti: la donna eterosessuale arriva essere aggredita, ad esempio, da chi la classifica come "odiatrice" dei trans (uomini che si travestono da donne) perchè rifiuta, ad esempio, l'allattamento di questi nei confronti di bambini; arriva a essere violentata nella sua femminilità da chi non può avere figli sfruttandola attraverso il prelievo di gameti e/o l'utero in affitto (si pensi a donne sterili o appartenenti al jet-set, o agli omosessuali uomini); è uccisa in quanto donna (soppressione dei feti e dei neonati femmina); è torturata nel suo essere femmina (si pensi alle mutilazioni genitali femminili, ai matrimoni tra bambine e uomini adulti, allo schiavismo sessuale e allo stupro etnico); è obbligata ad abortire da uomini irresponsabili (resi irresponsabili da una pedagogia che non promuove la maturità: si torna al discorso compiuto più in alto) con la complicità di chi le vuole liberare dal problema, ma in realtà le rende schiave del dolore o anche solo di una mentalità violenta che implementa l'omicidio del bambino convincendole che sia un gesto irrilevante (per informazioni a riguardo). 
L'istinto alla cura verso se stesse: che lo sfregamento genitale diffonda malattie e infezioni micidiali, le donne (e gli uomini) lo sanno. Ma poiché è stato detto loro che la ricerca del piacere è fondamentale per il loro benessere (mente e corpo sono "staccati" artificialmente per cui si deve pretendere di godere senza che la mente soffra), allora è necessario essere sessualmente libere: questo in realtà ha reso - anche a causa della tecnologia - le bambine e le ragazze schiave della pornografia (vogliamo parlare del numero di suicidi a causa del sexting, prova del fatto che la mente e il corpo sono collegate e se uno è sfruttato, l'altra si ammala sino a volere la morte della persona?). La medicina è stata del tutto delegata, in questo: pillole anticoncezionali per non rimanere gravide, ad esempio. Comunque, se lo si rimane e il figlio non è desiderato, non bisogna preoccuparsi perchè abortire è un 'sorso di salute' ("Ho abortito sto benissimo" dicono le donne imboccate dagli "esperti" che, ovviamente, consigliano, vendono anticoncezionali e promuovono la promiscuità come liberazione della donna dal giogo della procreazione), non porta conseguenze negative e, anzi, è normale. In questo gli operatori sanitari sono membri ufficiali dell'asservimento commerciale: tutti i farmaci anticoncezionali, tutte le prcedure mediche, tutti i vari giochini erotici hanno dei costi e fanno girare l'economia. Pillole anticoncezionali distribuite gratis, preservativi regalati, procedure mediche a servizio del SSN. Abbrutirsi, per una donna, non deve costarle nulla. La psicologia è complice di questa ideologia, laddove mira a deteriorare i doveri nei confronti di un coniuge, di una famiglia, di uno o più figli, per il proprio benessere. Bisogna stare bene adesso, qui e ora, dicono gli esperti. Il risultato è: 
Che le malattie e le infezioni sessuali sono a livelli mostruosi di contagio soprattutto tra donne e uomini giovani (la soluzione della medicina è il vaccino per l'HPV - il che sta a significare che si indica il problema, ma tutti guardano il dito - o la promozione dell'uso del preservativo, oggetto usato pochissimo). Per esempio, nel cosiddetto "libretto della gravidanza" della Regione Toscana, il prelievo per controllare la presenza di HPV (che avviene se la sessualità è promiscua), viene dato per scontato dopo i 35 anni. Essendo l'HPV un virus che inizia potenzialmente a trasformare i tessuti del collo dell'utero dopo anni e anni, si da per scontato che la donna di 35 anni abbia avuto una giovinezza piuttosto complicata e sessualmente molto "libera". 
Che le donne rimandano la propria crescita emotiva, fisica e psicologica rimanendo delle adultescenti incoscienti e istintive che non sanno gestire le necessità del proprio clitoride, che non sanno quando rimangono incinte (anche alcune ostetriche non sanno nulla di Metodi Naturali per la Regolazione della Fertilità (8), come più volte dimostrano sui social network intervenendo in discussioni sull'argomento), che pretendono che altri cancellino i loro errori con pillole o altri farmaci antiulcera (effetto abortivo), che non hanno il minimo istinto di sopravvivenza (che si manifesta attraverso la prevenzione delle MST) e che delegano la loro salute ad altri. Tale assurda immaturità indotta "impedisce" loro di essere adulte nel momento in cui debbono esserlo: possono guidare una macchina, possono lavorare, possono votare, ma non essere madri. Attualmente alcune donne e alcuni uomini sono adultescenti per decenni, e sono incapaci di essere genitori: la situazione è allarmante. Riportiamo un frammento dell'intervista al professor Cantelmi: "Siamo di fronte ad una generazione di genitori perennemente adultescenti, che di adulto hanno solo l’età anagrafica ma conservano segni adolescenziali: si innamorano con facilità, non sopportano le frustrazioni, trasgrediscono, fanno uso di alcol o di sostanze. Adulti adultescenti non in grado di prendersi cura dei figli, piccoli e meno piccoli. Con l’accudimento prima, con l’educazione poi, che è fatta anche di regole e divieti. Genitori incapaci di assumersi impegni e di gestire in modo oblativo un rapporto affettivo." (ricordiamo anche l'opinione di Massimo Ammaniti) 
Che le donne si fanno trattare da bambine piccole e malmostose da "esperti" (ovvero opinionisti) e persone incontrate sui social network dove vengono chiesti consigli anche sulla gestione del proprio figlio concepito ("Abortisco o no? Che faccio? Io vorrei ancora avere tempo per gli aperitivi con le amiche e per realizzare la mia professione" sono le acute questioni che vengono poste da donne di età superiore ai diciotto anni); dove vengono giustificate se hanno abortito perchè tanto è normale e chi afferma il contrario è perchè ti vuole schiava di un'ideologia medievale, dove vengono infantilizzate anche nella maternità perchè diventare mamma è stancante devi pretendere di essere aiutata e se uccidi il tuo neonato è solo colpa di chi ti ha fatto stancare; dove la vita va goduta e le relazioni equilibrate vanno troncate perchè se l'uomo vuole sposarsi è perchè vuole rendere schiava la donna... Si ascolti con attenzione l'opinione della giornalista Maria Giovanna Maglie (dal minuto 6 in poi). 
Che le donne hanno smesso di amarsi confondendo l'amore e la cura verso loro stesse, con l'autodeterminazione che, al contrario, le deturpa. Pensiamo alle sciocche oscenità manifestate durante alcuni cortei: parole brutte, donne deturpate dall'odio verso loro stesse, verso la cura di sé, verso la cura del proprio corpo come culla di vita. Hanno scambiato l'autoaffermazione per valorizzazione, e invece si abbrutiscono rendendo tutte le donne merce. Le madri insegnano alle giovani figlie che debbono pretendere, divertirsi (usare il loro corpo e il corpo altrui: di altre donne - pare un'istigazione al lesbismo - o uomini), evitare impegni... e in tal modo rendono le figlie delle copie ben riuscite del più misogino degli uomini. Per le madri, invece di rivedere il loro concetto pericoloso di libertà, è necessario aumentare le precauzioni e le protezioni al fine di poter vivere una libertà sempre più rischiosa. Purtroppo vivere una libertà sempre più rischiosa nella consapevolezza renderebbe tutti paranoici (le madri potrebbero anche rendersi conto che devono fare le madri presenti), allora la mente elimina i rischi e le precauzioni. E le percentuali di contagio delle infezioni e delle malattie sessualmente trasmesse ne è la prova. Così il numero di confezioni di pillola del giorno dopo e dei cinque giorni dopo, se non dell'intervento di aborto, sale. 
L'istinto di cura verso il figlio che deve essere un diritto e un piacere, ma mai un dovere. La relazione tra rapporto sessuale e generazione di un bambino (che deve chiamarsi embrione o feto perchè altrimenti fa impressione alla poverina) non è assolutamente automatica. Bisogna eliminare ciò che non si desidera perchè altrimenti si diventa schiavi di una famiglia e di una relazione con un uomo il cui obiettivo è solo schiavizzare la donna chiudendola in cucina. E comunque eliminare un feto non è nulla. Nulla. È un diritto della donna, quello di sopprimere il figlio: la Legge lo consente (ricordiamoci che i nazisti interrogati a Norimberga si giustificarono dicendo che loro avevano applicato la Legge). 
L'istinto di cura verso la propria gravidanza e la nascita del proprio figlio deve essere gestita dalla medicina in tutti i casi. La donna è incapace e dev'essere fatta partorire. Infatti il ricordo della nascita del figlio è spesso un trauma perchè la donna si sente espropriata dal proprio corpo e dei propri diritti. La medicina, a causa dell'esigua salute di molte donne che hanno gravidanze insorte artificialmente o sono semplicemente madri attempate (termine politicamente scorretto, ma che ben descrive lo stato di salute delle donne di età superiore ai trent'anni), è oramai abituata al combattimento: i corridoi dei reparti di ostetricia - diventate trincee di guerra - sono disseminati di donne di età superiore ai trent'anni, terrorizzate per loro e per il loro unico figlio, e pieni di medici terrorizzati dall'essere denunciati se l'unico figlio di donne troppo vecchie per farlo non è perfetto dalle falangi delle dita della mano, sino alla punta del coccige; dal fatto che la donna soffra troppo; dal fatto che la donna subisca danni anche quando si sa bene che le procedure farmacologiche utilizzate per farla rimanere gravida sono pericolose; dal fatto che il neonato non prenda il peso giusto e dal fatto che la donna non produca latte materno sufficiente (prescriviamo del latte artificiale, non si sa mai). 
L'istinto di cura verso il proprio bambino. Partendo dalla radice, ovvero da quella mentalità pedagogica secondo la quale il bambino è un tiranno che va costretto all'autonomia, e dalla medesima ideologia che impone alle donne di non connettersi col proprio bambino, non legarsi a lui non prendendosene cura, la donna delega. Delega al pediatra-farmacista (marketing della formula lattea), delega al pediatra (consigli pedagogici: "Lascialo piangere che si allargano i polmoni/si vizia"), delega all'educatrice del nido ("Il bambino si deve abituare all'assenza della madre, deve diventare autonomo, deve socializzare, deve addormentarsi da solo"), delega a social network, esperti improvvisati, nonne che non hanno allattato, eccetera. 
L'istinto di cura verso i figli in generale. La pedagogia che venne chiamata "nera" e che faceva del bambino un viziato e un vizioso (ricordiamoci che il famoso dottor Spock diceva che i bambini vogliono le coccole perchè possiedono istinto sessuale) furono devastanti. Infatti poi - col tempo - le cose si evolvettero e attualmente, approfittando dell'incapacità educativa genitoriale (la medesma che sfrutta determinismo e il timore verso il "pantraumatismo", ovvero la paura che i genitori possiedono nei confronti del mondo esterno causa, secondo loro, di intolleranti frustrazioni verso l'unico figlio), i genitori sono incapaci di educare i bambini a ricevere un'educazione morale negando il diritto del bambino a formarsi verso le virtù (3) e lasciando libero il bambino, quindi l'adolescente e poi l'adulto che sarà, di provare ogni emozione perchè queste, alcuni esperti dicono, sono tutte corrette. In realtà, «l'obiettivo [...] di far credere ai bambini che tutte le emozoni sono giuste e che sia giusto esprimerle. «[...] è falso sia nelle premesse (non tutte le emozioni sono giuste sebbene siano comprensibili) che nelle conclusioni (non tutte le emozioni vanno espresse, ma alcune dobbiamo imparare a contenerle e gestirle interiormente)» poiché «(le emozioni) possono anche sbagliare e cioè non fornirci un'interpretazione corretta o funzionale di quanto è avvenuto, oppure proporci strategie inadeguate» (4). In sostanza le donne sono state sfruttate dalle ideologie che le hanno strappate ad alcune tradizioni che le rendevano fin da piccole delle madri, divenendo mezzi per svendere teorie (quindi opinioni di esperti non scientificamente provate ), divenendo parte di un mercato dei sostituti del latte materno e dell'istinto materno, divenendo mezzi per giustificare ideologie che sfruttano la loro sessualità corrompendo la loro moralità (si pensi all'utero in affitto) e danneggandole direttamente. Leggiamo, a proposito di quest'ultimo pensiero, alcuni dati estrapolati da questo articolo: «Rispetto al 1999 risultano in deciso aumento le pratiche alternative ai rapporti completi, con comportamenti quantomeno discutibili, come ad esempio, il sexting (invio di immagini sessualmente esplicite via cellulare), il ricorso alla pornografia con il partner o senza, i rapporti a tre (o più) partner, le variabili sadomasochiste. Pare che tutte le pratiche siano messe sullo stesso piano: si fa così e va bene, non si deve commentare nulla. Al di là della mera quantificazione della frequenza dei rapporti, risultano in aumento anche il numero di partner sessuali (anche oltre 10) denotando una evidente instabilità nelle relazioni che non può lasciare indifferenti. Preoccupa il dato che per quasi 8 persone su 10 la sessualità è scissa da amore ed affettività: significa che il rapporto con l’altro è strumentale al piacere personale e l’uso c’è finché uno dei due non si stufa o trova qualcun altro di più attraente. Se, come indica il rapporto a p. 15, il rischio della noia è sempre in agguato, e le pratiche alternative sembrano necessarie per mantenere un rapporto vivo, la sempre più difficile tenuta delle coppie pare purtroppo indicare proprio il contrario. Pare fra l’altro che per una buona relazione di coppia sia necessario ricorrere alla pornografia (una coppia su 4), soprattutto in rete: ce n’è davvero così bisogno? Nel rapporto Censis-Bayer il valore della generatività è assente, viene invece posto in rilievo come si cerchino di evitare le gravidanze, senza dire che il ricorso alla cd. “contraccezione di emergenza”, cioè le pillole del giorno dopo o dei 5 giorni dopo, che sappiamo avere anche un effetto abortivo, stiano velocemente entrando nella mentalità dei partner come un semplice “rimedio”. Se la contraccezione è vissuta da oltre un terzo degli intervistati come una limitazione, quasi il 39 % delle donne evidenziano i pericoli della pillola per la salute. Una nuova riflessione allora andrebbe fatta con scientificità e coraggio sulla contraccezione e le sue «conseguenze, dando poi impulso alla ricerca ed alla diffusione dei metodi per la regolazione naturale della fertilità (i cd. “metodi naturali”) dei quali generalmente si sa ben poco. La contraccezione non riduce gli aborti: le esperienze di Francia e Regno Unito ci dicono infatti che, pur nella larga diffusione dei mezzi contraccettivi, le gravidanze indesiderate, e quindi gli aborti, non sono pochi». Infatti il dottor Emiliano Lambiase si pone alcune questioni che riteniamo pregnanti: «Il succo del discorso, secondo il Censis, è che negli ultimi 20 anni i rapporti sessuali degli italiani sono diventati più frequenti, più liberi, più vari, più slegati dal rapporto amoroso di coppia, più "creativi". Allo stesso tempo anche più pericolosi in quanto la maggior parte vengono messi in atto senza le adeguate precauzioni. Ad approfondire quest'ultima informazione ci pensa il 24° Congresso mondiale di dermatologia (Wcd2019). I dati riferiti da Aldo Morrone sono allarmanti. Le due informazioni quanto sono collegate e, soprattutto, quanto sono scollegabili? E' possibile vivere tutta la libertà di cui si parla nel rapporto del Censis senza le conseguenze negative evidenziate nel Congresso mondiale di dermatologia?». Domande interessanti, no?





Il professor Cantelmi compie un quadro terribile: l'ipersessualizzazione precoce causata dall'uso di apparecchi tecnologici che i genitori sono incapaci di non consegnare o di togliere ai figli. Adolescenti che denunciano che la loro sessualità è stata forzata anche a causa dell'incontro con il contenuto di video che ha influenzato comportamenti spesso sessualmente violenti. Tanti adolescenti che fanno uso di pornografia in modo abitudinario (ricordiamoci che la pornografia rende la donna schiava e l'uomo violento, fa diventare i giovani dei bulli e dei cyberbulli). Alcuni adolescenti che vengono a contatto con contenuti pedopornografici. Giovani conoscono i danni di droghe e alcool, ma ne fanno consapevolmente uso con la complicità di adulti che non sono in grado di proteggere i propri figli e i figli degli altri (adulti incapaci di mettere in pratica il famoso proverbio: "per educare un bambino ci vuole un'intera tribu"): dove sono i genitori che debbono educare, vigilare, istruire, limitare e, in poche parole, amare i loro figli? 


Quadretto sconfortante. 


E allora? 
La soluzione qual é? 
E soprattutto: la soluzione c'è? 


Sì. 
La soluzione è sotto i nostri occhi. 


Riconquistare gli spazi del femminile (e del maschile , ma senza conflittualità): della diversità tra uomo e donna, nella fisiologia. Cominciamo con limitare, porre confini. La donna è bellezza, grazia, procreazione. Le donne sono persone empatiche, aperte, solidali, dedite al sacrificio per l'altro, coraggiose, maestre (anche di vita) dolci ma autorevoli. La loro bellezza sta nella Bellezza. Nel perorare la causa della cura verso il loro corpo sano e casto. Le vedo le ragazzine che, pensando di conquistare la loro libertà, concedono il loro corpo per nulla: soffrono, ma pensando di essere in errore, cadono nel circolo vizioso del disprezzo per la loro stessa vita. Giovani donne che sanno che vorrebbero un amore per la vita, ma alle quali viene insegnato (il professor Cantelmi ce lo spiega, il motivo: ipersessualizzazione e mancanza di guida forte, presente e sicura) che va bene così. Le realzioni sessuali possono essere occasionali? No. La scienza ci dice anche che siamo predisposti fisiologicamente verso l'amore e verso l'attaccamento: l'ormone ossitocina è il medesimo che viene secreto durante il sesso, durante il parto e l'allattamento (due fasi della vita, la nascita e l'accudimento, che riceve moltissimo rispetto dalle culture tradizionali e poco da quelle occidentali). Ma non solo. Recenti pubblicazioni c'informano che l'ossitocina non coadiuva solo il piacere, ma crea il legame (l'ossitocina viene chiamata l'ormone della "connessione" proprio perché connette, lega) e che il rapporto sessuale usato solo per gioco, in realtà, è una enorme bufala (5). Leggiamo infatti «il sesso promuove legami duraturi tra i partner e fornisce una panoramica del contributo dei processi di attaccamento alla comprensione del legame tra sesso e relazione. Presentiamo quindi un modello che delinea il significato funzionale del sesso nello sviluppo delle relazioni». E continuiamo la lettura «Il sistema comportamentale sessuale si è evoluto per passare i geni alla generazione successiva; può farlo generando il desiderio sessuale che si manifesta nell'accostarsi a partner desiderabili e inducendoli a impegnarsi in rapporti sessuali. Sebbene il funzionamento di base del sistema sessuale non dipenda dai processi di attaccamento (cioè le persone possono accoppiarsi senza legarsi), la prolungata dipendenza della prole umana promuove lo sviluppo di meccanismi che mantengono i partner sessuali legati l'un l'altro in modo che possano cura congiuntamente la loro progenie e quindi migliora le loro possibilità di sopravvivenza. Diverse caratteristiche della sessualità umana suggeriscono che le manifestazioni comportamentali del sistema sessuale agiscono come un tale meccanismo, favorendo un contatto intimo esteso e aumentando i legami emotivi duraturi tra i partner sessuali». E continua «il sesso ha il potenziale per operare come un dispositivo di facilitazione dell'attaccamento stabilizzatore che motiva i partner a investire risorse nella relazione attuale. Ad esempio, provare sentimenti di passione intensi per il proprio partner e avere con questi del sesso gratificante predice una minore insicurezza relazionale e una maggiore probabilità di mettere in atto comportamenti di promozione delle relazioni (ad es. manifestazioni di intimità e affetto). Inoltre, la soddisfazione sessuale tende a promuovere l'affetto che segue l'attività sessuale ('afterglow sessuale'), contribuendo così a sostenere legami emotivi tra atti di sesso e di migliorare la soddisfazione relazione a lungo termine» (6). E che dire di tutta questa promozione dell'orgasmo clitorideo e dell'uso di "giochini sessuali"? La scienza aggiunge anche un ulteriore carico: «L'attaccamento ansioso era associato a una minore coerenza dell'orgasmo vaginale, ma con una maggiore frequenza di vibratori e orgasmi sessuali anali. L'attaccamento evitante era associato a una maggiore frequenza di orgasmi del vibratore (...). L'incapacità di raggiungere un orgasmo vaginale è associata ad attaccamento ansioso, tra gli altri indici di minore salute mentale e relazionalità. L'orgasmo vaginale potrebbe essere l'attività sessuale pertinente per il mantenimento di uno stile di attaccamento sicuro con un partner sessuale e / o donne più insicure potrebbero avere difficoltà nel raggiungere orgasmi vaginali ed essere più inclini ad attività sessuali caratterizzate da un distacco più emotivo e fisico, come parte di un disagio caratteristico con l'intimità» (7). 
Quanto è possibile scollegare la sessualtà dall'affettività e quanto dobbiamo lavorare perchè invece sia ricollegato? 
Molto si può fare se, come genitori innanzitutto, ci riprendiamo la nostra genitorialità: accudiamo i nostri figli educandoli al Bello e al Bene, alla morale e alle virtù. Alla bellezza del proprio corpo che è fatto per amare e non per mero consumismo. Torniamo a fare i genitori: a esserci, presenti e irremovibili. A consolare e custodire, a educare e limitare, ad assumerci le nostre responsabilità. 
L'amore fisico è un dono enorme che ci ha portato alla bellezza della nascita: perdere tempo in divertimenti (che poi altro non sono che lo sfruttamento del notro bellissimo corpo) e nell'aspirazione a qualcosa che, in assenza di fortezza e temperanza, non potrà essere che male, deve ritornare a essere la nostra massima aspirazione, alla divinizzazione del nostro meraviglioso corpo e le sue massime potenzialità. Abbiamo idolatrato la possibilità di essere superiori alla natura (se si è audaci possiamo dire Dio) e ci siamo fatti imprigionare da istinti bestiali e che ci conducono prima al godimento, subito dopo al dolore immenso, per noi che abbiamo uno spirito e una mente morale. Abbiamo scelto di essere un popolo di depressi che guarda alle sciocchezze piuttosto che alla realizzazione delle vere bellezze. Siamo un popolo, quello occidentale, che potrebbe dedicare moltissimo alla costruzione delle famiglie e invece le distrugge o pensa ad altro. È tutto in mano ai giovani e a loro va insegnato e trasmesso l'amore vero, la bellezza dell'unione prolifica, la gioia nella famiglia e quanto la ricerca del divertimento libero slacciato dall'affetto sia un oscuro e triste mezzo di distruzione della popolazione. Non si spiegherebbe altrimenti l'enorme benessere occidentale e la scarsità di desiderio di fare famiglia. Siamo diventati incapaci di amare, temendo chissà quale difficoltà. E invece i nostri figli possono farlo. Il vero amore, fatto di sacrificio e gioia c'è, e loro possono arrivarci. Ma dobbiamo riportarli al bello, alla preservazione di loro stessi, alla gioia delle piccole cose. L'ossitocina lega per sempre la donna e l'uomo, la madre e il bambino: negare questo è negare la fisiologia. Liberare i giovani dal giogo dell'erotismo che sfrutta i corpi e che svuota l'animo, dare loro il vero "empowerment" (parola cara a chi vuole davvero formare qualcuno per liberarlo dai preconcetti e fargli riconquistare il libero arbitrio) scoprendo quanto il loro corpi sono fatti per amare e non per essere sfruttati.
Fermare i corsi di educazione sessuale che altro non sono che mezzi per promuovere promiscuità e ricerca del piacere, tornare a fare i genitori, a esserlo consapevolmente. Presenti e vicini. Comprensivi ma educativi, senza il timore di educare alle virtù e richiedendo il massimo ai nostri figli che possono davvero farcela: la rettitudine genitoriale non può che andare a dimostrare quanto sia fondamentale l'onestà e la fedeltà di coppia. Quanto il 'vissero felici e contenti' non è un miraggio, ma è un mezzo possibile per raggiungere la stabilità familiare con fatica, certo, ma con soddisfazione. Ritrovando la purezza e la grandiosità del rispetto del proprio e dell'altrui corpo.






(1) Sheyla Kitzinger, Donne come madri, gravidanza, parto e cure materne in un confronto di culture diverse, Bompiani, 1977. 
(2) Carlos Gonzales, Besame Mucho, Coleman Editore, 2005. Parte III.
(3) Giampaolo Nicolais, Il bambino capovolto, 2019. Cap. 3
(4) Tonino Cantelmi, Nati per essere liberi, Ed. Paoline, 2015. Pag. 118 
(5) Kerstin Uvnäs Moberg, Ossitocina, ormone dell'amore, Il Leone Verde, 2019. Pagg.113-114 
(6) Gurit E. Birnbaum, Harry T. Reis, Evolved to be connected: the dynamics of attachment and sex over the course of romantic relationships, https://www.sciencedirect.com/science/article/pii/S2352250X18300010
(7) Rui M. Costa, Stuart Brody, Anxious and Avoidant Attachment, Vibrator Use, Anal Sex, and Impaired Vaginal Orgasm, https://www.sciencedirect.com/science/article/pii/S1743609515336560
(8) Marina Bicchiega, La regolazione naturale della fertilità: una frontiera della biotetica tra scienza, fede e cultura, Edizioni studi Domenicani, 2018. Pagg. 28-33


In più:
- Miriam Incurvati, Giovanni Petrichella, 100.000 baci, l'educazione affettiva e sessuale in famiglia, ed. Città Nuova 
- Il Periodo Fertile, a cura di Elena Giacchi, Sandro Girotto, Gabriella Bozzo, ed. Libreria cortina 
- Tonino Cantelmi, Marai Beatrice Toro, Marco Scicchitano, Essere padre e madre oggi, Ed. Paoline
- Roberto Gava, Eugenio Serravalle, Vaccinare contro il papillomavirus? Ed. Salus 
- Virginia Conti, Donatella Sanna, Chi siamo: un viaggio nell'adolescenza, ed. Città Nuova 
- Lucio Piermarini, Sotto il camice niente? Ed. Bonomi
- Giuliano Guzzo, Cavalieri e principesse, Ed. Cantagalli
- Tonino Cantelmi, Marco Scicchitano, Educare al femminile e al maschile, Ed. Paoline
- Benedetta Foà, Dare un nome al dolore, ed. Effatà 

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