La convulsa petalosità dell'Agenda 2030 che viene propinata ai bambini a ogni pié sospinto, è densa di obiettivi che possano rendere i cittadini cosmopoliti del futuro scimmiette ammaestrate del pensiero unico atrofizzato. Elisabetta Frezza, mamma e giurista, denuncia infatti: «L’obiettivo dell’ONU è quello di creare cittadini globali, liquidi, anzi gassosi, e di 'fare del sistema di istruzione uno dei principali agenti di cambiamento per gli obiettivi dell’Agenda 2030' in un’ottica di LifeLongLearning (cioè apprendimento permanente, cioè treeLLLe). La nuova educazione civica risponde proprio a questo richiamo. [...] Il sistema vuole adesso che l’alunno diventi anche un paziente clinico sotto osservazione permanente dei funzionari della sanità, alleati con le autorità scolastiche. Lo stato di salute dello scolaro è affidato alle strutture preposte, che vestono la divisa dell’'esperto', prima e magari in sostituzione della famiglia, la quale rischia di essere posposta o esautorata per presunte esigenze di salute pubblica, o per il miglior interesse (best interest) del minore stesso».