lunedì 10 maggio 2021

Caro genitore, se non lo fai tu, lo faranno gli altri

Quando le bestie si accoppiavano nelle aie, si sapeva che tempo dopo sarebbero nati cani, gatti, puledri, vitelli, agnelli, capretti e pulcini. Quando una ragazzina "sviluppava", era ben consapevole di quello che sarebbe successo dopo sposata. Sì perché il matrimonio (da "madre") le garantiva il fatto di essere protetta, insieme coi suoi bambini. Le giovanissime donne crescevano molto abituate a vedere bambini di tutte le età e talvolta ad assistere ai parti. Si sapeva di cosa la puerpera aveva necessità: tempo, riposo e che qualcuno si occupasse degli altri figli e delle faccende. Quello che succedeva nelle case veniva gestito dalle donne, che chiacchieravano, si aiutavano, sopperivano alle difficoltà le une delle altre... La donna sapeva, crescendo, che il suo corpo era fatto per dare la vita!


Oggi come oggi, i figli, crescono con mamme che non hanno avuto il coraggio di vivere una bella sessualità. Mi spiego: oggidì, tra pornografia ed erotismo (quello che io definisco genitalità, ovvero "gioco coi genitali") le donne sanno benissimo dell'esistenza degli anticoncezionali (ovverosia non hanno idea come funzionano, ma che bisogna usarli), di alcune pratiche genitali ed erotiche (io non avevo idea che ci fosse chi gradisce essere legato e penetrato da oggetti: forse sono stata troppo con gli animali e meno su internet), di giochini e abbigliamenti provocanti (piuttosto buffi, per quanto mi riguarda) e del fatto che è necessario evitare gravidanze indesiderate (quello è un dato così ben acquisito, che siamo a zero natalità in aumento da trentanni). Quello che non sanno assolutamente è la fisiologia, ovvero quale sia la sessualità normale. 

Per esempio le donne non sanno nulla di castità. O meglio, alcune donne sono state (furono educate) a una castità che aveva presupposti manichei, ovvero che derivava da un pensiero che identificava nel corpo e nell'uso del corpo, una funzione sporca (corpo, mente e spirito come entità staccate tra loro). Molte donne sono cresciute così, vivendo la sessualità come qualcosa di brutto, qualcosa di vergognoso del quale non bisognava parlare. Ci si accoppiava per avere i figli, ma non per legarsi al partner. Chi ha visto "Il Gattopardo" ricorderà il principe Fabrizio che si reca da una prostituta, giustificandosi dicendo che di sette figli, lui non aveva visto della moglie, che il seno. Quello che non era spiegato, e questo ha fatto comodo per chi ha voluto accusare il Cattolicesimo di oscurantismo, è che il corpo non è solo qualcosa di biologico, ma anche qualcosa di teologico: Cristo, infatti, si è incarnato e ciò sta a significare che Dio è il creatore del mondo fisico e ha creato l'uomo come spirito incarnato. Gesù era ben lontano dalle filosofie -come quelle manichee, appunto- che disprezzavano il corpo, la materia, le cose di questo mondo. Ogni cosa creata da Dio, infatti, è "molto buona": tra queste c'è il corpo dell'uomo e ogni espressione della sessualità. Il corpo è un valore non sufficientemente amato, che va apprezzato: l'errore della cultura è aver sottostimato il corpo e la sessualità, senza capirne l'immenso valore (basta sfogliare la Teologia del Corpo di Giovanni Paolo II). La castità era un valore perché preservava la donna e l'uomo dalla procreazione irresponsabile, ovvero dal fatto di mettere la mondo i figli senza il possedere un progetto educativo su di loro e senza una responsabilità. Quello che però tante donne sapevano bene, come ho detto all'inizio, vivendo circondate da donne che figliavano, era che la sessualità porta con sé delle responsabilità. 

Poi la castità è stata presa e messa lì, come in una teca, accusata di essere la causa di tutta la tristezza delle donne, mentre essere sfruttate per mero piacere fisico, abusare di anticoncezionali, abortire senza ritegno, è stato definito "liberazione sessuale". Non ho paura di affermare con certezza che la vita della donna era certamente dura, nel portare avanti gravidanze e nell'affrontare la vita di un tempo, ma quando guardo alcune donne che spiattellano in pubblico la loro libertà di masturbarsi (che noia, che barba, che noia) magari su qualche fimetto porno (l'apoteosi dell'abrutimento umano), mi viene da dire che non siamo finite granché bene, con tutta questa "liberazione sessuale". Non c'è stato ancora nessuno che mi abbia dimostrato che le donne siano più felici adesso, rispetto ad anni fa: soprattutto dal punto di vista sessuale. Le donne, quindi, libere - diciamo così - di fare del loro corpo e di quello altrui quello che vogliono (ho imparato che esistono gli "scopamici" e ancora non mi riprendo dalle risate), hanno perso il significato supremo della fisiologia della sessualità, ovvero quello di rilasciare ossitocina con il loro uomo, di stare bene e in serenità, di procreare quando la coppia lo desidera e di rimanere insieme per garantire alla prole una certa stabilità familiare (ovverosia concepire - è il caso di dirlo - l'atto coniugale come sacramento). 

In tutto questo contesto, purtroppo, i figli e le figlie crescono male. E questo accade, a mio modesto avviso, anche  a causa del fatto che le madri* (parlo dopo dei padri) sono talvolta:

1) donne che hanno vissuto una sessualità "normale", ma l'hanno vissuta come qualcosa di 'sporco': questo impedisce loro di parlare del valore e della bellezza della sessualità di coppia;

2) donne sono rimaste agganciate alle teorie di stampo manicheo (anche inconsapevolmente) e hanno innumerevoli difficoltà a parlare anche solo di genitali;

3) donne non si rendono conto che i bambini sono sottoposti a una sessualizzazione precocissima e, con questa convinzione, non parlano di sessualità o anche solo di fisiologia dell'apparato riproduttivo;

4) donne non sanno nulla di fisiologia: parlare del ciclo mestruale significa dire che la donna mestrua perché è donna, senza accennare all'ovulazione, vero barometro della salute femminile e reale competenza da acquisire per comprendersi;

5) donne hanno notevolissime difficoltà a parlare di "pene" e "vagina" e di come questi due organi entrano in relazione nel concepimento del bambino;

6) donne che non collegano la bellezza della sessualità con la bellezza della maternità: i bambini (che non sono stupidi) vogliono sapere come escono i bambini dalla pancia, ma pure come ci entrano. E se la donna ha avuto dei "traumi" psicologici o fisici nel momento del parto, talvolta non è semplice riappacificarsi con il naturale funzionamento di tutta la gravidanza. Medesima situazione accade per l'allattamento: se la donna ha allattato poco e male, non annovererà nella fisiologia dell'accudimento, le mammelle: queste rimarranno un probabile e mero mezzo erotico e si trasmetterà il messaggio della bellezza esteriore come unico valore del seno;

7) donne che hanno una relazione brutta con le loro scelte familiari: talvolta si tratta di donne separate o sole, che non ammettono il fatto di aver fatto l'amore con persone che ora disprezzano. Questo collegamento tra mamma e papà che si sono amati (anche solo per una notte) e hanno messo al mondo un bambino, è molto duro da accettare e da spiegare, per cui si parcellizza la relazione fisiologica che c'è tra una serie di gesti d'amore e li si "ridimensiona" a proprio gradimento, mentendo - di fatto - ai figli;

8) donne che giustificano il fatto di non informare i proprio figli, perché ai loro tempi certe cose si capivano dopo i dodici/quattordici anni, rifiutandosi di accettare che il mondo è cambiato.

La situazione attuale è drammatica. Se da una parte c'è una pornificazione mostruosa che arriva ben prima dei 10 anni, dall'altra c'è una delega educativa costante dei genitori. Tutto questo porta a creare delle idee molto sbagliate nei figli che, come ho scritto nel titolo, qualcuno educherà: l'amichetta, lìamico, il cellulare, il computer...

Il fatto che la procreazione di un figlio sia slegata da una relazione stabile, da una relazione d'amore che include grande responsabilità, porta a far credere che tale concepimento sia un che di patologico, quando non lo è. Non è un caso che adolescenti anche intelligenti caschino nel mito della cosiddetta esistenza del "grumo di cellule" e nel fatto che la gravidanza sia una malattia da evitare per non rimanere invischiati in faccende pesantissime o relazioni casuali delle quali inetressa il godimento fisico e basta: avendo slegato la sessualità da una procreazione responsabile (che significa il fare l'amore quando si ha l'età per assumersi la responsabilità dellle proprie azioni nei confronti di individuo che ha il diritto di venire alla luce), avendo parcellizzato la genitalità senza avere l'ardimento di spiegare che la vagina è un canale dal quale escono il mestruo, il muco cervicale, il bambino e da dove entra il pene (cosa che i miei figli sapevano serenamente prima degli otto anni) e abbandonando l'educazione dei figli delegandola ad altri, il rischio è che a dodici anni ritengano normale infilare il pene in luoghi non preposti, perché a scuola (dai famosi "esperti") è stato detto che è giusto così, oppure alla medesima età le femmine ritengano ovvio farsi fotografare mentre si fa sesso orale al compagnetto di scuola, che poi inoltrerà le foto agli amici che ne celebreranno il coraggio.

Non avere l'ardire di educare al rispetto del gesto sessuale, quindi alla magnificenza del rapporto tra uomini e donne adulti e responsabili, significa istruire i propri figli al fatto che qualsiasi cosa provochi un orgasmo, si ha il diritto di farla: che sia il rapporto orale imposto con ricatti affettivi, che sia la penetrazione anale, che sia il filmato nel quale si fa autoerotismo con oggetti disparati o che sia, purtroppo, lo stupro. 

L'età delle violenze fisiche che i maschi compiono verso le femmine (stupro incluso) si sta abbassando, l'età delle violenze psicologiche che le femmine perpetrano verso i maschi (o verso le femmine "inferiori") si sta abbassando. E tutto questo è sintomo di una patologia (sessuale). La causa? L'ineducazione dei genitori.

Se ci sono gruppi telegram o whatsapp dove padri di famiglia si scambiano filmetti porno ("Che vuoi che sia?! Lo fan tutti") o dove fratelli inviano foto delle sorelle dodicenni che si svestono più o meno consenzienti, significa che l'educazione sessuale che alcune madri/padri non fanno, attribuendo la giustificazione al fatto che "Mia figlia/mio figlio, è troppo piccola/o", è stata fin troppo funzionale alla cultura pornificata attuale.

*ATTENZIONE: Ho parlato di madri, non perché i padri non contino o non abbiano responsabilità, tutt'altro: è fondamentale, nei padri, l'esempio di rettitudine. Per quanto riguarda i figli maschi, è importante che i padri siano un esempio di dignità lavorativa e di rispetto del sesso femminile. Questo passa attraverso il parlare con estremo rispetto della madre dei propri figli, e di tutto il mondo femminile. Per quello che riguarda le femmine, il ruolo di padre significa dare un esempio maschile al quale la figlia femmina deve ispirarsi per un futuro fidanzato e marito. In tutto questo è necessario ricordarsi che è la mamma che riceve le domande dai figli, sin dalla più piccola età, ed essendo il dialogo la "punta di diamante" del femminile, è la mamma colei che si trova ad affrontare l'educazione "parlata".  

Nel contesto dell'educazione sessuale, ritengo opportuno riconoscere che alle madri tocca molto più spesso che ai padri la relazione di dialogo coi figli, mentre sono dell'avviso che i padri educhino spesso con le azioni, con l'esempio.

Gli errori educativi che riguardano i padri, sono imputabili a:

1) uomini con una sessualità pornificata che hanno un rapporto di superiorità con la donna;

2) uomini violenti;

3)  uomini che non hanno ricevuto un'educazione femminile "pro-donna", ma "pro  deresponsabilizzazione": mi riferisco alle madri di maschi che li mettono in guardia dalle donne che potrebbero farsi mettere incinte e ai padri che - come unico suggerimento ai figli maschi - dicono di usare il preservativo;

4) uomini che non hanno avuto padre;

5) uomini che hanno avuto padri pessimi o, semplicemente, assenti;

6) uomini che giustificano la loro istintualità definendola un "bisogno da sfogarsi";

7) uomini non dignitosi;

8) uomini che hanno un concetto sporco di sessualità.


Altri articoli sull'argomento: qui, qui, qui, qui, qui, qui, qui, qui.


POSSIBILI SOLUZIONI:

Nel momento in cui si diventa genitori, è importante poter rispondere a delle domande dei figli. Quando il farlo genera dei problemi, significa che è il genitore a doverli affrontare per primo. Quando un figlio o una figlia fanno domande, significa che hanno una questione da risolvere. A tali domande si risponde riportando tutto alla fisiologia e usando un linguaggio adeguato all'età. Si risponde alla domanda, senza esulare dal contesto: tuttavia se il bambino o la bambina ha già potuto accedere a determinate informazioni (film, pubblicità...) è importante stimolare delle riflessioni adeguate. Le mamme dovrebbero ripassarsi la fisiologia: spesso le donne non sanno cosa sia l'ovulazione e come avviene. Idem per nascita e allattamento. Rispondere alle questioni con onestà e sincerità, riportando tutto alla bellezza di come siamo fatti. Il rispetto della vita dal suo inizio è fondamentale, va tenuta in alta considerazione. Osservare i propri figli: se una bambina è matura dal punto di vista fisico, se magari ha iniziato a sviluppare le mammelle o se ha avuto il menarca, è fondamentale aiutarla a conoscersi: se non ci si ritiene adeguate, lo si fa assieme, magari frequentando un corso "Mamma-figlia": non si delega altri a farlo!! Non sempre l'età anagrafica corrisponde allo sviluppo: in entrambi i casi è importante osservare e parlare coi figli. Non rimandare le informazioni sulla sessualità e l'affettività, oltre il termine della scuola elementare (bisognerebbe agire molto prima: spesso in quarta se non in terza) e soprattutto se al bambino si pensa di regalare un cellulare o lo si lascia a casa di amichetti dei quali non si conoscono le abitudini educative. Non temere mai di confrontarsi coi figli, rimanendo bene adesi alla realtà: il porno arriva già verso gli otto anni. Non dare il cellulare né internet finché non si è capaci di gestire la situazione con certezza. Essere umili: da genitori si sbaglia, bisogna riconoscerlo e ripartire. Essere autorevoli: dire dei "no" e motivare (al non uso di pc o cellulare, ad esempio). Educare i propri figli al fatto di essere preziosi, di avere un valore inestimabile, di essere persone degne di rispetto e di amore. 

Dialogare, dialogare, dialogare.

LIBRI e VIDEO:

Associazione Newman (Marcella Rosso, Mariolina Ceriotti Migliarese, Chiara Solcia, tra le altre);

Progetto Pioneer (Miriam Incurvati)

Pornografia e sessualità (Antonio Morra e Emiliano Lambiase)

Dipendenza sessuale (Antonio Morra e Emiliano Lambiase)

Amore e responsabilità;

La teologia del corpo;

Progetto "Mostrami l'amore".

Jason e Christalina Evert sull'amore di coppia (età adolescenziale)


NB: questo articolo è molto breve e certamente poco approfondito, ma sono disponibile a rispondere alle domande che mi giungeranno. Ovviamente ho ancora molto da imparare, come tutti noi.

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