martedì 9 febbraio 2021

Figlia mia, sei libera di non essere schiava

Sei libera dal "sesso libero".
Sei libera dal "l'utero è mio e me lo gestisco io".
Sei libera da "la fantasia al potere".
Sei libera dal "vietato vietare".

La sessualità è la relazione più potente che esista al mondo. 
Non esiste null'altro che equivalga al fatto di poter unirsi con una persona. E la natura è dalla tua parte. L'ossitocina che viene rilasciata è potente quanto quella rilasciata dalla mamma subito dopo il parto: è impossibile rilasciare ossitocina in una relazione sessuale non d'amore, perché l'ossitocina ci lega in una relazione che definiamo 'romantica', mentre invece un rapporto nel quale si dà per scontato che non ci si legherà, rende vuota la relazione. Interrompere artificialmente il rilascio dell'ossitocina (magari intervenendo sul travaglio o allontanando il bimbo dalla madre) ha delle conseguenze grosse per mamma, ma anche per il bambino. Questa rottura artificiale ha conseguenze importanti su qualsiasi relazione.

Già, ma perché quest'importanza alla relazione? Perché al di là del fatto che siamo esseri viventi che hanno bisogno di essere accuditi e che per adattarci alla vita necessitiamo di sviluppare un attaccamento sicuro, solo ed esclusivamente perché siamo esseri umani e possediamo la neocorteccia, necessitiamo, invece, d'intersoggettività. Il nostro istinto ci stimola a 'ossitocinare', ovvero a fornire sicurezza e cura nei confronti dei più piccoli e verso le persone più deboli: questo significa che siamo fatti non per viver come bruti (ovvero seguendo il mero istinto) ma per seguire virtù e conoscenza (cit.). Ogni qualvolta che un uomo si prende cura della sua amata, e viceversa, sviluppando empatia reciproca verso le peculiarità forniteci dall'appartenenza a un sesso o all'altro, ogni volta che una mamma e un papà rispondono solleciti ai vagiti del loro neonato o bambino, nascono e si consolidano delle relazioni che sono fondamentali. Certo, purtroppo i genitori fanno tanti errori, la maggior parte di questi non intenzionalmente. Un po' perché si vive di come si è stati allevati, un po' perché siamo privi di modelli sani. Ma è per questo che noi siamo esseri umani e non animali: perché possiamo tenere ciò che ricordiamo essere stato buono per noi quando eravamo bambini, e perché possiamo buttare via quello che pensiamo che non ci abbia fatto del male. Possiamo scegliere che genitori essere! 

C'è una cosa importantissima, però, che devi sapere: per risultare una madre accudente e per poter stabilire una connessione ossitocica forte col bambino, è necessario che la mamma debba essere aiutata nel suo essere madre. Questo perché, nonostante la 'mammitudine' sia piuttosto istintuale, ci sono competenze fondamentali che si acquisiscono solo se qualcuno ce lo dice (noi esseri umani usiamo la neocorteccia). Un esempio potrebbe anche riguardare la sessualità: se io non ti informo che 'fare sesso indiscriminatamente e in modo libero' è un modo povero e vuoto per vivere la potenzialità del godimento sessuale, tu potresti davvero essere informata da personaggi sinistri che popolano ambulatori e web, che sia normale cercare di appagare il tuo corpo giochicchiando con i genitali (stile scimmie e oranghi). Se io non ti aiutassi a comprendere che le coccole, i baci, le carezze e tutti quei segnali di amore che una mamma mostra nei confronti del bimbo (o della bimba, non fammi asteriscare o chiocciolare tutto), non sono altro che quello che precede le coccole e i baci che ci si danno prima di fare l'amore (altrimenti detti 'preliminari'), potresti essere portata a pensare che baci, carezze e altro, sia normale cercarli a casaccio. E sai a cosa porta questo? Porta a due conseguenze. 

La prima riguarda inesorabilmente il fatto che qualsiasi legame fisiologico che viene strappato, produce dolore e porta conseguenze enormi. La seconda riguarda il fatto che se un adolescente o un adulto (maschio o femmina), non sviluppa la coscienza attraverso un attaccamento sicuro (dato da un accudimento strutturato), la libertà con la quale svilupperà le sue relazioni sessuali, sarà un'enorme e sudicia gabbia. In soldoni: quando facciamo l'amore ci leghiamo al partner in modo duraturo, instaurando una relazione che è anche romantica (se non lo è, non godiamo, non produciamo ossitocina). Questo legame ci porta verso la creazione di una situazione affettiva stabile della quale tutti abbiamo bisogno per sopravvivere in quanto esseri umani (bisogno d'intersoggettività e bisogno di costruire strutture con un significato). La medesima ossitocina rilasciata da una situazione sessuale appagante, è quella che rilascia una mamma quando ha partorito. La stessa, uguale-uguale, è quella che produce il bimbo quando è coccolato. Una situazione familiare stabile è data anche dal fatto che mamma e papà 'ossitocinino' non solo facendo le coccole al bimbo, ma anche tra di loro. Fare l'amore da innamorati è bellissimo, ma farlo sapendo che può anche nascere un bambino che verrà accolto oppure anche solo per sentirsi vicini nei momenti stancanti e difficili della vita (ce ne sono tanti all'interno di un matrimonio), è necessario per sentirsi sereni e sicuri. Il bambino coccolato e che trova in mamma e papà una "casa sulla roccia", è predisposto a vivere una sessualità più serena possibile, cercando legami sani e ricercando di costruirsi una relazione buona, come quella che ha vissuto nell'infanzia. 

Cambiamo un attimo il punto focale della nostra visione. Ovulazione e gravidanza sono segni di salute. Questo deve esserti chiaro. Monitorare l'ovulazione è importante perché così sai come stai. Cosa succede in una donna che rimane incinta? Succede che è chiaro che si tratta di una donna sana, normale. Infatti, quando una donna perde il suo bambino durante la gravidanza, o sviluppa patologie durante la gestazione, avviene qualcosa di patologico. Quando però una donna incinta si trova in questa situazione in modo non intenzionale, infatti, sente l'urgenza di risolvere il problema. Eh, sì, ma come?

Torniamo indietro un attimo: la gravidanza è un segno di salute. La sessualità è un segno di salute. Però la sessualità è un mezzo di relazione che può essere usato impropriamente. Se il bambino è cresciuto con genitori emotivamente distanti, poco accoglienti sul piano fisico e poco sensibili ai segnali di disagio, è possibile che questo sviluppi un adolescente o un adulto che 'evita' una sessualità relazionale. Questo implica evitare che il sesso implichi una relazione, quindi vengono attuati rapporti sessuali senza emozione (a casaccio e giusto per). Per quanto riguarda le donne, ad esempio, si parla di persone che si fanno sfruttare sessualmente per ottenere approvazione e affetto. Circa l'uomo, invece, è più probabile che abbia relazioni sessuali poco affettuose e che tradisca la donna con la quale ha una relazione primaria. Se per esempio il bambino è cresciuto con dei genitori i cui atteggiamenti erano imprevedibili e le quali risposte al bisogno di sicurezza erano confuse o contraddittorie, potremo trovarci di fronte a un adolescente o un adulto con atteggiamento ansioso nei confronti della sessualità. Questi sono quelle persone che fanno sesso per ottenere rassicurazione (ossia stabilire una connessione: cercano l'ossitocina dove non c'è) e che magari si espongono ad attività rischiose per la salute (gravidanze indesiderate eccetera). Non è un caso che questo tipo di attaccamento ansioso porti le donne ad avere relazioni sessuali in giovane età e più partner sessuali per trovare affetto e approvazione. Negli adulti ci troviamo davanti a un'attrazione sessuale forte, ma anche - ovviamente - mostra una gelosia ossessiva, oppure al fatto di sottoporsi a proposte sessuali indesiderate solo per timore di perdere il partner. Per le donne si parla di relazioni sessuali precoci e molti partner... 

E pensare che c'è chi dice che la libertà di fare sesso qua e là sia gratificante.

Ora, se una donna rimane incinta e ha una relazione non equilibrata con un uomo (ne è l'amante, oppure è molto giovane, oppure semplicemente è partner di un uomo immaturo -figlio anch'egli di un attaccamento che non l'ha portato ad assumersi le sue responsabilità-), potrebbe trovarsi di fronte al bisogno di interrompere la gravidanza. Ovviamente cosa può succedere? Per esempio incontra una persona X che le fornisce la pillola del giorno dopo o dei cinque giorni dopo, oppure qualcuno che le dice che va bene abortire, che non deve sentirsi in colpa, che la vita tornerà come prima e lei potrà "rimettersi in pista". In questo modo la gravidanza diventa patologica (fisicamente e psicologicamente) e le conseguenze potrebbero essere anche gravi (come conclude la Coleman). Ovviamente in questa circostanza, l'avvento di un mezzo farmacologico che consente alla donna di farlo in casa senza andare in ospedale, è visto come uno strumento di libertà. Che però non è così: di nuovo è prigionia, prima di tutto verso la relazione che quella donna ha allacciato, intrapreso e stretto con il bambino nel suo ventre. Chi ostenta la sicurezza dell'aborto, nega che la gravidanza sia un evento fisiologico, patologicizzando una relazione. Inoltre quella tal persona X che si trova di fronte a una donna che racconta di una situazione la cui una soluzione è l'aborto, è una donna che si sta sottomettendo a un potere psicologico più forte, delegando a un'altra persona la sua scelta. Scelta che a lei potrebbe causare un trauma permanente. La donna è vittima di un perfido gioco che l'ha fatta credere di essere libera di fare sesso, ma che invece l'ha condanna ad assumersi una responsabilità ch'ella non è pronta ad assumersi. La mano che l'ha fatta credere libera, è la medesima mano che le farà credere che liberarsi di un bambino sarà la soluzione più rapida. Quante donne potrebbero dirti che è l'errore più grosso della loro vita? Quante donne potrebbero soffrire tutta la vita per quell'insegnamento di libertà che le ha, di fatto, imprigionate in una sessualità buia e per nulla ossitocinica? Quante potrebbero dirti che per quel gesto di libertà, si sentono imprigionate, di fatto e per sempre, in una relazione-fantasma con un bimbo abortito? 
Il fatto di poter credere di essere d'aiuto a una donna, tagliando a metà la relazione con suo figlio, è un modo di controllare il corpo della donna in una relazione di potere con altre persone che non porteranno mai le conseguenze con le quali ella dovrà confrontarsi tutta la vita. Non è un caso che la medesima situazione di non lungimiranza sulle consegenze che le proprie azioni compiute su una donna in stato interessante, avvenga in due circostanze che possiedono il medesimo presupposto: la prima è quella di un'assistenza ostetrica brutta, violenta, sgraziata, maleducata, aggressiva che non riconosce il rispetto che si deve avere nei confronti di una donna che sta mettendo al mondo un bambino, un essere umano, una persona la cui preziosità è intrinseca. Non è un caso che tali operatori sanitari non siano interessati né come quella donna partorisce (cesareo o vaginale non importa, basta liberarsi della paziente e non avere cause medico-legali), né al fatto che la donna riesca ad avere un bel ricordo della nascita del figlio (quindi non importa a loro se la donna avrà altri figli o meno), né che costei allatti il bambino (quindi la salute psicologica materna e fisicopsicologica del bambino), né come possa vivere dopo quell'evento: semplicemente chiudono la cartella clinica e passano a un'altra paziente. La 'sorella gemella' dell'assistenza violenta al parto fisiologico, è quella riservata alle donne che si trovano di fronte a una gravidanza non cercata: siccome la donna è da considerare un'idiota priva di cervello (alla competenza femminile arrivo dopo) allora io - che sono l'Operatore Sanitario Femminista (pare una presa in giro, ma si sentono davvero dalla parte delle donne) - la induco a pensare ch'ella ha bisogno di me: io sono quella persona saggia che la salverà (sì, si chiama 'patriarcato' e costoro son sempre lì a menarsela che il matrimonio ne sia l'emblema, quando è il contrario). Le offro la caramellina e la benedico, sentendomi sostanzialmente dio (che toglie la vita: un dio piuttosto discutibile). E questa che cos'è, se non l'instaurazione di un rapporto di controllo e su un corpo non mio? Non è un caso che costoro inneggino al fatto che la donna che ha abortito sta benissimo: certo. Una persona che ha un problema e trova chi glie lo rimuove, non può che stare bene. Ma quella stessa persona anni dopo? Semplice: l'operatore non ne ha più notizie (dovrebbero conoscere Fergusson). Stesso meccanismo della violenza nel parto. Ti ho risolto il problema, chiudo il caso. E pensare che parlano di "diritti riproduttivi" quando invece non fanno riprodurre proprio nessuno: l'aiuto dovrebbe includere il supporto alla donna, ma non viene presa in considerazione questa opzione (qui lo spiega).

E se la donna rimane fisiologicamente gravida e trova una persona Y che le dice che quel bambino non potrà che essere la fonte di un bene, per la sua vita? Sì perché una donna che intreccia relazioni evitanti o ansiose, non fa una bella vita 'ossitocinica'. Conduce una vita sessuale piuttosto patologica. Un bambino è stato, per tante donne che vivevano questo tipo si vita, un'ancora di salvezza. Un bambino, soggetto innamorato della madre per eccellenza (qui si spiega la corsa al figlio da parte di coppie sterili o infertili, sfruttando ogni tipo di mezzo), potrebbe essere il massimo per far capire a una donna cresciuta con distacco e imprevedibilità, che la vita dà delle sorprese che non si mettono in conto, ma che possono portare a maturare sino al benessere. Il parto, che è un evento fisiologico con il quale si conclude la gravidanza (nessuno costringe una donna a partorire se non abortisce, perché gravidanza e parto sono fisiologici: è l'aborto a essere patologico), è un fattore protettivo... come lo è l'allattamento, che è dimostrato essere un mezzo per ricavare grande soddisfazione da se stesse, mostrando che si è in grado di prendersi cura del proprio bambino indipendentemente dall'età. 

Ossitocina, cura, accoglienza, connessione, portano sempre solo a ossitocina, cura, accogienza e legame affettivo. 

Veniamo alla sessualità: gli operatori sanitari non ne sanno granché. Magari hanno competenze sulla gravidanza e il parto, dovrebbero averne sull'allattamento, ma di sessualità non sanno nulla. Basta vedere che se un operatore sanitario parla di sessualità, inesorabilmente ci lega anche la 'contraccezione'. E che cos'è la contraccezione se non una schiavitù verso il dispositivo chimico che può anche non funzionare? Può una sessualità appagante e ossitocinica, essere frustrata dall'ansia che si possa incorrere in un evento o una situazione potenzialmente problematica come un'infezione?
Ecco perché una sessualità libera, scevra da schiavitù, non c'entra nulla con la contraccezione perché non libera - nel vero senso del termine - la responsabilità umana proprie della nostra specie, ma ci abbassa a un modo 'rettiliano' di condurre la vita, usando i genitali per soddisfarci. I Metodi Naturali di conoscenza della Fertilità sono la vera libertà. Anche perché gli operatori sanitari lo riconoscono, come lo sa bene la scienza. Carrellata molto breve sui siti d'interesse scientifico per i M.N.: Natural Womanhood; Billings Life; Creighton Model; Naprotecnologia Italia; Confederazione Italiana Metodi Naturali (i miei lettori mi aiutino ad arricchire l'elenco).

Cara figlia mia, la sessualità è realmente bellissima. Ne abbiamo bisogno e, se la usiamo in modo conscio (ovvero da esseri umani e non da animali), ci può dare la libertà. Tagliare le catene della servitù che le donne si sono costruite imprigionandosi nei 'diritti riproduttivi' che ovviamente sono parziali e ideologicamente schierati (altrimenti una donna avrebbe pure diritto a confrontarsi con un operatore che l'aiuta  aconoscere se stessa o a tenere il proprio bambino con sé) è un tuo ... diritto. 

Ti auguro di trovare la tua libertà di 'ossitocinare', di relazionarti bene, di vivere in salute. Ti auguro un futuro scevro da bugie femministe (quelle che hanno portato gli uomini a pensare di aver diritto d'invadere gli spazi del femminile) e scevro da spazzatura antiscientifica.

Buona ossitocina (in tutti i sensi),

                                                           Mamma




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