È fondamentale il fatto che questa situazione sia stata oggetto di denuncia, da parte di alcune associazioni e tante Personalità, proprio in questo periodo storico, proprio in questo periodo dell'anno.
Infondo l'urgenza è riassumibile in un paio di punti: tante donne si trovano attualmente ad aver bisogno di interrompere la gravidanza, e la situazione ospedaliera che si sta verificando a causa del contagio di Covid-19, ha fatto sì che ci si concentrasse -di fatto- più sul salvare vite (anche di anziani novantenni), che sul sopprimerle. Quindi, vuoi per una presa di posizione ferma e incontrovertibile, vuoi perché si pensa di essere sempre dalla parte della ragione, la richiesta per il Ministero della Salute, è che le donne possano abortire in santa pace a casa loro.
I racconti, nell'articolo divulgato da Repubblica, sono - come sempre - terribili: scenari di donne costrette a migrare in ogni angolo d'Italia per interrompere la gravidanza: si toccano le corde delle emozioni, si tenta di stimolare empatia verso situazioni che certamente saranno gravissime e che vedono le donne terrorizzate dal fatto di essere costrette a portare a termine la gravidanza o, come dicono alcune ostetriche, siano costrette a partorire un figlio indesiderato. Sempre diverse ostetriche denunciano il fatto che l'aborto non sia terribile se la donna lo pratica su un figlio non voluto (la sofferenza emotiva è solo causa di una moralità diffusa che opprime le donne libere).
L'illustre risposta bioetica alla richiesta mossa al Ministro, la abbiamo da parte della professoressa Brambilla, che ci spiega che tutta questa leggerezza nella somministrazione, non è possibile: invito ad ascoltare bene le sue ragioni direttamente scaricando questo file audio. Per completezza, tuttavia, ho tentato di chiedere un'eminente opinione da parte di chi vuole IL bene alle donne, da parte di chi, le donne, le conosce bene. Sì, perché è da qui che io parto: chi promuove l'aborto, vuole bene alle donne?
Flora Gualdani è un'ostetrica. Una che ha girato il mondo, aiutato le donne nelle periferie di luoghi che noi non immaginiamo neppure. Una che ha dato alle donne, tutta la propria vita. Non ha chiesto mai nulla, ma ha sempre dato, ha sempre 'amato' le donne: tutte.
«Flora, ho bisogno d'aiuto: sono confusa. Perché questa urgenza? Perché adesso?»
«E se il rallentamento di queste procedure sia dovuto al fatto che dobbiamo dare alle donne più tempo per decidere, per capire? Che ne sappiamo che non sia il Cielo che permetta [a queste donne e a tutti coloro che si fanno portavoce del "diritto" di abortire, ndr] di ripensare al loro gesto, così diffuso e non preso in considerazione come realtà grave, ma come normalità?»
«Mi stai dicendo che, a tuo parere, forse questo è il momento giusto per far capire che l'aborto non è una situazione di normalità?»
«Sì, penso che il Cielo ci metta di fronte a queste sofferenze [delle donne, ndr] per aiutarci a riflettere che quello che viviamo come cosuccia da poco, come normalità, è di una gravità estrema perché, di fatto, elimina un essere umano. Dovremmo usare questo momento per riflettere di questa possibilità di fermarci per comprendere gli effetti di questo gesto grave, che è banalizzato e porta a distruggere una gran massa di umanità (si riferisce al fatto che un aborto sopprime tutti i possibili discendenti, ndr). Per me è difficile comprendere come si pianga ogni giorno per i morti da Coronavirus, ma non si pensa a tutti gli altri morti [da aborto, ndr]. Ma come? Quelli non esistono?
Chissà che una donna che vive questa situazione non si trovi di fronte a un grosso punto interrogativo che la ferma e la fa riflettere... Speriamo e preghiamo per questo ché forse è l'occasione per riflettere, per capire che questa è una realtà grave che va rivista»
«Senti Flora, ma noi, a queste donne, cosa vogliamo dire, che messaggio potremmo dare loro, se le avessimo davanti? Personalmente io non penso che tutte costoro di cui si racconta la vicenda nell'articolo di Rep, siano state oggetto di stupro: saremmo di fronte a un'emergenza mostruosa. Non desidero neppure per un momento sminuire la situazione che stanno vivendo costoro, assolutamente, e non è nella mia intenzione minimamente giudicare che ci siano donne 'leggere' o 'superficiali' che usufruiscono dell'aborto come si fa con un contraccettivo. Però mi domando se non sia arrivato il momento di dire alle donne che è importante e necessario riflettere su cosa fanno col loro corpo. Possiamo trasmettere loro il messaggio che è fondamentale essere più responsabili?»
«Certo! Questo va detto assolutamente!! Che la Legge abbia normalizzato l'aborto e depenalizzato il gesto riducendolo a qualcosa di normale, non deve illuderci: dobbiamo tornare a riflettere sulla gravità del gesto: siamo chiamati a far comprendere loro, a farle riflettere sulle conseguenze - anche su di loro stesse - del gesto. Non si può optare per una scelta del genere solo perché ce n'è la possibilità, solo perché lo fanno in molti. Rimane il fatto che queste donne poi soffrono e molto [ripensa a tutte coloro che ha accolto a Casa Betlemme quando si sono trovate sole di fronte alla loro sofferenza, ndr]»
«E a tutte queste associazioni e questi operatori sanitari che si fanno promotori di questa iniziativa, si fanno portavoce di una situazione che definiscono gravosa, cosa possiamo dire? Siamo in tempo di Pasqua e ovviamente Cristo ha perdonato chi l'ha crocifisso, per cui, io che non sono nulla, non condanno nessuno...»
«Condannare no, ma prendere atto della realtà è fondamentale!!! Noi non condanniamo nessuno, ma stimoliamo una presa di coscienza! Di cosa si sta parlando? Dell'eliminazione di una vita!! Non è che si vuole giudicare la persona, ma la gravità del gesto e, contemporaneamente, anche la gravità del non fare nulla per evitare che la donna opti per l'interruzione della gravidanza, è gravissimo!!»
«Stai parlando dell'applicazione della Legge 194 per intero?»
«Io dico che se tutte queste associazioni fossero davvero così volenterose, se davvero volessero aiutare le donne, se volessero il loro bene... Ma di quale bene si sta parlando!? Il bene della donna, forse? È vero che può essere indotta a compiere una scelta del genere anche a causa di problemi anche gravi. Ma un'associazione che vuole essere benefica verso la donna, ovvero favorirla ad abortire, se lo pone il problema di vedere con lei qual è il suo problema e cosa è fattibile per superarlo? Perché non si possono addurre, a tutt'oggi, problemi economici (si riferisce al fatto che tutte queste associazioni e queste Personalità possono aiutare di tasca loro, le donne). Se ci sono altri problemi, si possono risolvere: c'è sempre una via per superare una difficoltà anche grave. Se veramente vogliamo aiutare le donne, dobbiamo tutti darci da fare perché le donne, un domani, non abbiano rimpianti. Quante volte mi è stato detto "Tornassi indietro, tornassi indietro.....". Aiutiamo la donna a vedere prima come sostenerla, piuttosto che negare la sua sofferenza dopo.
C'è questa volontà di aiutarla, o c'è solo un impegno a favorire l'aborto? Perché questo è il punto. Perché se c'è una volontà di aiutarla, una via ci deve essere e va cercata. Se c'è solo la volontà di farla abortire è inutile dire che le donne hanno problemi. C'è, onestamente, la volontà di aiutarla? O c'è solo la volontà di applicare parzialmente una Legge? Pare infatti che sia più importante l'applicazione parziale della Legge dove si dispone l'opportunità di abortire, piuttosto che quella parte della Legge che dispone che la donna venga aiutata a non abortire, perché favorita da un'ideologia, piuttosto che non l'aiuto effettivo alla donna nel bisogno».
«Ancora una volta grazie Flora»
Quindi, giunti sino a qui, qual è la risposta alla mia domanda: "Chi promuove l'aborto, vuole bene alle donne?". Laddove la parola 'amore' significa a-mors, ovvero, "senza morte", dobbiamo avere il coraggio di dirlo: volere l'aborto per le donne non è amarle. Si abbia l'onestà di affermarlo. Flora Gualdani, che ha accolto donne che avrebbero voluto abortire ma sono state aiutate a non farlo, ama le donne. Flora Gualdani che ha contestualmente accolto le lacrime delle donne che hanno optato per la libera scelta di abortire, ama le donne. Amare significa dare vita, aiutare la vita. E ancora una volta, ammettiamo chiaramente che chi conduce la donna ad abortire non ama la donna, ma la sfrutta per la propria ideologia, la usa, la disprezza, la odia. Per usare una frase che a molte ostetriche suonerà in modo chiaro: suggerire, sostenere, indurre e promuovere l'aborto è, nel modo più assoluto, violenza ostetrica.