Prima è toccato al padre: adesso alla madre.
In sostanza alla donna è successo che, sperando di riuscire a star bene (meglio di quanto erano state le nonne 'costrette a stare a casa a fare le serve'), sia stato insegnato che la sua libertà coincideva con l'affinare la propria competenza, con l'uscire di casa per dedicarsi alle proprie passioni, con il farsi una famiglia se e solo nel momento in cui tutto è 'sistemato': il titolo di studio, la professione, il posto fisso, la casa. La libertà è stata venduta come essere un mezzo per cercare il benessere ("Ho diritto di stare bene!"), che questo benessere sia mutare la realtà a seconda dei propri bisogni ("Ho bisogno di sentirmi felice!"), che questi bisogni dipendano dai desideri ("Desidero tanto quella cosa!") e che i desideri siano l'obiettivo ultimo di ogni azione e scelta ("Poiché ho diritto di stare bene, per appagare il mio desiderio di felicità voglio fare questa cosa").