domenica 28 luglio 2019

Embrione, feto, neonato, bambino, adolescente, adulto, anziano: dove inizia il diritto?

Qual è il diritto più negato ai bambini?


Per circa un centinaio di persone tra i miei contatti su Facebook, che rispondono alla mia questione su quale sia il diritto del bambino, la discussione non inizia neppure: è certamente il diritto a venire al mondo.
Ognuno ha la propria storia personale a proposito di argomentazioni così delicate.
C'è chi ha abortito e soffre da anni, che risponde alla mia domanda - privatamente - in quel modo perchè non vuole che altre donne soffrano («Mille inganni da parte di chi ti suggerisce che dopo l'intervento starai meglio e poi non sa che tu è sette anni che vorresti morire solo per rivedere il tuo bambino»).
C'è chi ha condiviso la vita con una sorella disabile che ha realizzato mille progetti e che non nasconde il fatto che attualmente sua sorella non sarebbe neppure stata messa al mondo.
C'è chi ha fatto della lotta a favore della vita uno stendardo portato avanti da numerose associazioni, diverse delle quali composte anche da donne che hanno abortito e vorrebbero aiutare tutte le donne che stanno optando per tale libera scelta, a non compierla (lo specifico perchè pare che i "pro-vita" siano un branco ideologizzato di gente con preconcetti campati per aria).
C'è chi ha studiato la fisiologia e la biologia e non desidera neppure mettere in discussione la ragionevolezza del proprio assunto incontrovertibilmente scientifico sul momento in cui inizia la vita.
C'è chi ha adottato e avuto in affido bambini che altri non hanno voluto e ringrazia ogni giorno chi non ha abortito i figli che l'hanno reso genitore.
C'è chi porta testimonianze proprie e ragionamenti che provengono da frammenti di vita che hanno portato sofferenza personale e altrui.

venerdì 19 luglio 2019

Il bambino al centro. Basta ipocrisie.

Nell'ultimo numero di “Lucina” (1/2019), la rivista dell'ostetrica, c'è un importante articolo inerente il Tavolo tecnico operativo interdisciplinare per la promozione dell'allattamento materno che ha organizzato la seconda conferenza Nazionale sulla Promozione dell'Allattamento, che si è svolta a Roma il 23 gennaio passato. Nessuno più felice di me nel leggere l'opuscolo che è stato diffuso dal Ministero in occasione di tale evento (qui la pagina dedicata del Ministero).
Ovviamente non mancano alcune disamine, da parte mia, poiché penso che nell’introduzione alla pubblicazione - ad opera della Ministra della Salute Grillo - porre ancora la domanda retorica che chiede cosa ci sia di meglio, per un neonato, che nutrirsi del latte di mamma, sia proposta un po' vecchiotta. Perché? Perché può essere tranquillamente strumentalizzata - come si dice oggigiorno - da parte di chi vuol far apparire la formula lattea come l'alimento normale, se dov'essimo immaginare d'istituire una graduatoria nella quale bisognasse stabilire quale sia l'alimentazione biologicamente corretta per un neonato. 

domenica 7 luglio 2019

L'abbrutimento femminile possiede una cura: la Bellezza e il Bene

Partiamo dall'inizio.


La cultura che ha allontanato la sessualità dalla procreazione, è un ingrediente. Abbiamo già più volte approfondito quanto fornire la possibilità di asservire ai propri istinti di accoppiamento-senza-essere-coppia, abbia trasformato la donna in un oggetto di piacere maschile, dato che la donna - che era stata elevata a soggetto fondamentale della società (con fatica, certo, ma grazie alla figura di Maria il procedimento era stato molto più rapido di quanto ci si potesse immaginare) - si è fatta ridurre a oggetto solo per godere della sua carne, andando a demonizzare tutta la figura femminile in modo drammatico. 
L'uguaglianza tra uomo e donna (inesistente dal punto di vista neurologico, ormonale, biologico e anatomico), è il secondo ingrediente ed è un danno enorme per la donna: ella venne innalzata dai Vangeli, rispetto al suo ruolo di serva durante il periodo del paganesimo. Pensiamo alla prostituzione e a quanto sia stata condannata dal cristianesimo. Il livellare all'uomo ogni potenzialità femminile, costringendo la donna a divenire solo una copia volgare del peggiore degli uomini, per sfruttarne le competenze umane e che la rendono ineguagliabile in tantissime situazioni, per spolparne la natura più intima e forte che la fanno colei che la natura ha reso fertile e culla della procreazione delle generazioni successive, è un ingente danno che la cultura ha promosso nei confronti della femminilità. 
Ripetiamo: la sessualità e la procreazione sono state disgiunte da una mentalità maschilista e misogina che usa la donna per fare soldi: marketing, in sostanza. Inoltre, la donna, è stata spogliata della sua dignità per parificarla agli uomini più biechi. Il motivo? Futile: la donna sola spende e spande. Non è a caso si leggano titoli di giornale come quelli dell'immagine.

Articolo in evidenza

Formazione completa per un'Ostetricia Cattolica

Attualmente la formazione ostetrica si basa sui corsi universitari e sugli enti formativi post-universitari. Alla professione ostetrica univ...