venerdì 22 marzo 2019

Della paura della famiglia

Se io affermo che il latte materno è l'alimento normale e fisiologico per il neonato per lo meno sino ai sei mesi, sto esprimendo un giudizio negativo contro le donne che non allattano o hanno allattato con determinate tempistiche (senza compiere un discrimine tra presupposti, ma solo nei confronti della scelta)?
No, ovviamente.
Non mi permetterei mai.




Nessuno con un briciolo di sale in zucca si può lontanamente permettere di affermare una cosa di questo genere. Ma se per caso ci si trova di fronte a chiunque muove delle critiche a tale concetto (quello che riguarda la fisiologicità del latte materno), un giudizio che più spesso ci si sente fare è: «Se sei contro il marketing della formula lattea e dei sostituti del latte materno, sei complice del senso di colpa che hanno le donne che non hanno allattato». Questa è la frase cult di chi combatte le "talebane dell'allattamento" e le associazioni a favore della naturalità del latte materno.
In realtà, affermare che il latte materno ha delle potenzialità salutari di peso notevole, non è denigrare l'esistenza della formula lattea (che in taluni casi è importante che esista), ma riconoscere una verità biologica di fatto. Nessuno si sogna - tra persone civili, ovviamente - di colpevolizzare la donna che ricorre alla formula lattea per mancanza di sostegno, per scelta o per qualsiasi altro motivo, ma è necessario non confondere i piani: il latte materno è l'alimento normale, la formula lattea è l'alimento peggiore. Punto. Nessuna discrimnazione negativa (in realtà "discriminare" significa "scegliere", per cui sì, scegliamo di affermare la correttezza della biologia) nei confronti della donna che somministra la formula: s'ella ha compiuto una scelta consapevole, in ultima analisi, perché dovrebbe sentire su di sé il senso di colpa? Il discorso, sempre per cavalcare l'onda del mio campo, potrebbe essere: affermando che il taglio cesareo è un intervento spesso non necessario, vogliamo colpevolizzare chi vi ricorre? No, ovviamente. E neppure chi lo sceglie per un qualsiasi motivo (bambino podalico, pregresso cesareo, e altro). Affermando che in una gravidanza fisiologica tre ecografie sono troppe, è nostra intenzione dire che le donne che ne fanno più di tre sbagliano e debbono sentirsi in colpa? No: se ne sentono il bisogno, basta che capiscano la differenza che c'è tra necessità e utilità del ricorrere a più di tre ecografie. Parimenti per la donna che preferisce svezzare con le pappe anche se oramai si usa autosvezzare e molte altre circostanze. Ogni qualvolta che si descrive un procedimento come fisiologico e che si afferma il fatto che negare la fisiologia distaccandosene, porta a delle conseguenze (più leggere o più pesanti, a seconda), non è - ovviamente - perchè chi ha scelto consapevolmente altre strade si senta in colpa, ma perché, casomai e se sempre di senso di colpa si vuole parlare, chi ha mentito e ha approfittato dell'ignoranza altrui, provi senso di colpa.
Chi si approfitta delle difficoltà ad allattare, deve sentirsi in colpa.
Chi disinforma le donne che potrebbero evitare un taglio cesareo, deve sentirsi in colpa.
Chi - guadagnando molto - evita accuratamente di avvertire le donne che se hanno una gravidanza fisiologica possono sottoporsi solo a tre ecografie, deve sentirsi in colpa.
Chi suggerisce pappine a base di fruttina a tre-quattro mesi, deve sentirsi in colpa.

E veniamo a noi.
A partire dagli anni '40, soprattutto dopo la guerra, le donne sono state spinte verso la professionalizzazione e verso l'emancipazione. Positivissime e lodevoli strade entrambe, ma poi hanno un tantinello preso la mano. La donna, dal fare la madre e la sposa, oltre che l'impiegata o l'impresaria, la professionista o l'operaia, potette decidere se e quando sposarsi e diventare madre. Il che, se vogliamo, fu un vero progresso. Mettere al mondo un figlio è un gesto di estrema responsabilità: basterebbe conoscere il proprio ciclo uterino, ma è un dicorso a parte. Il matrimonio è una scelta importante: poterlo fare solo se ci si sente portate, è un diritto. In sostanza l'obiettivo è stato quello di disgiungere la sessualità dalla procreazione e la cosa ha preso un po' la mano. Adesso come adesso le donne fanno sesso, ma - a furia di dire loro che i figli sono l'ultima cosa che è meglio fare - non aspirano per nulla a diventare madri, complice una mentalità che ha tentato di privilegiare non tanto la valorizzazione del femminile, ma la mascolinizzazione (tra l'altro l'uomo dal comportamento meno edificante) della donna. Se la donna avesse aspirato all'equiparazione legale, economica e sociale con l'uomo e, magari, al diritto di potenziare i propri aspetti femminili - vedasi l'acquisizione della consapevolezza sul ciclo uterino che potrebbe affrancare da anticoncezionali ormonali piuttosto dannosi - avrebbe davvero potuto conquistare la propria vita. Tuttavia la donna moderna si è fatta "scappare i cavalli" - come direbbe Guareschi - e, approfittando forse inconsapevolmente di una cancellazione della virilità maschile, ha fatto della figura femminile una macchietta volgare e aggressiva che - complice una mascolinità asservita e totalmente confusa - tutto può, tutto sentenzia, tutto decide. Promuovere l'ottimizzazione della figura femminile e combattere (in taluni Paesi è necessario ancora farlo) perché la donna possegga alcuni diritti essenziali tra i quali c'è quello di vivere (prima o dopo la nascita) anche se appartenente al sesso femminile, è una battaglia nobile e assolutamente da rispettare (annovero tra questi obiettivi la cancellazione della prostituzione, dell'utero in affitto, del matrimonio non consenziente, della pedopornografia, della pornografia e alcuni altri). Tali lotte non sono assolutamente parificabili con quelle di quelle persone (talvolta purtroppo di sesso femminile) che marciano diffondendo messaggi che screditano moltissimo la bellezza della femminilità. Faccio notare che l'uso della volgarità e del turpiloquio non sono che sinonimo di immaturità e di totale mancanza di argomenti, propria di un'adultescenza che fa fatica a evolversi verso un'età mentale più assennata. Questa, al contrario, motiva le proprie idee e convinzioni con impegno e sensatezza e, soprattutto, rispetta quelle di un possibile 'avversario' che, da chi è solo isterico e privo di raziocinio, viene aggredito e se ne agogna spesso - senza mezzi termini - l'uccisione.

Veniamo a noi.
Affermare che la famiglia naturale è la fisiologica evoluzione dell'essere umano, non appare nulla di più che un'ovvietà biologica e anatomica. Ciò non deve far sentire inferiore chi è stato adottato o ha adottato (parimenti all'affido), poiché sappiamo che tutti coloro che optano per tale scelta di vita lo fanno per fornire, a un bambino che n'è privo, una famiglia. Certo, non sarà come possedere i propri genitori biologici, ma certamente allevia il potenziale dolore umano che chiunque è stato privato di affetto genitoriale, matura. Ovviamente ci potrebbe essere chi lamenta una provocazione volontaria verso la maturazione di senso di colpa nei confronti di chi, attraverso l'unione col proprio partner, non riesce ad avere prole, ma è palese che affermare una realtà biologica non ha alcun ruolo se non avvalorare - quantunque con dispiacere - una verità di fatto.

Parlare di famiglia fa paura. 
Dire che il nucleo familiare composto di mamma, papà e bambini (più spesso, ahinoi, bambino) è la base sicura della società, è come dire che tutti gli altri gruppi di persone che coabitano e che sono legate da affetto, debbono sentirsi emarginate e, quindi, sono costrette a sentirsi in colpa per non essere parimenti alla famiglia di cui sopra? No, ovviamente.
Lungi da me criticare chi la pensa diversamente dalla sottoscritta, possiamo affermare come reali, i seguenti dati?
- "Nel 2016 continua il calo delle nascite (-12.342 nati), che si attestano a 473.438" (Istat): è un dato discriminatorio?
- "Il tasso di fecondità totale nel 2015 scende ancora, a 1,35 figli in media per donna" (Istat): è un dato fascista?
- "Nel 2016 i decessi diminuiscono rispetto al picco dell’anno precedente e sono 615.261 unità (-32.310). Il quoziente di mortalità passa da 10,7 a 10,1 per mille. La speranza di vita alla nascita (vita media) riprende a crescere e passa da 80,1 a 80,6 anni per i maschi e da 84,6 a 85,1 per le femmine. L’insieme di queste dinamiche rendono l’Italia uno dei paesi più vecchi al mondo, con 165,3 persone con 65 anni e oltre ogni cento persone con meno di 15 anni" (Istat): sono dati sovranisti?
- "i divorzi aumentano in misura marcata, passando da 52.355 a 82.469 anche per effetto dell’introduzione del ‘divorzio breve’" (Istat): è un dato nazista?
- "nel 2017 sono state notificate 80˙733 IVG" (Relazione al parlamento della 194 anno 2018): è un dato maschilista?
- "La diminuzione della popolazione femminile tra 15 e 49 anni (circa 900 mila donne in meno) osservata tra il 2008 e il 2017 spiega quasi i tre quarti della differenza di nascite che si è verificata nello stesso periodo. La restante quota dipende invece dai livelli di fecondità, sempre più bassi" (Istat): è un dato misogino?
- Affermare che "La salute del “periodo primale” può essere definita come la salute del periodo perinatale; questo periodo, secondo l'autore, va dal concepimento fino alla fine del primo anno di vita, dalla cosiddetta endogestazione alla cosiddetta esogestazione. Per Odent, le modalità del concepimento, della gravidanza, del parto, dei primi istanti di vita del neonato, della lattazione e della interazione del bimbo con la madre, fino a circa il suo primo compleanno, hanno rilevanti effetti a lungo termine sull'equilibrio psicofisico del bambino e, più tardi, dell'adulto. Riprendendo e ampliando le tesi di Leboyer, Odent è un convinto sostenitore del parto naturale, in contrapposizione al crescente e non strettamente funzionale utilizzo del taglio cesareo" (Wikipedia su Michel Odent, autore e 'filosofo' della salute perinatale più famoso e studiato da ogni ostetrica e psicologa perinatale): è obbligare la donna nel solo ruolo di vacca da riproduzione?
La seguente immagine, con tutte le conseguenze del caso, è una rappresentazione nazionalista?
- Piero Angela e Lorenzo Pinna, nel loro "Perché dobbiamo fare più figli", esprimono un concetto segregazionista?
  
Ovviamente no. E ovviamente nell'affermare il fatto che parlare della bellezza della famiglia, della necessità di aiutare i genitori a costruire il futuro, della fondamentale importanza che possiede la figura della donna nella vita dei bambini, parimenti a quella - se pur completamente differente - dell'uomo, nessuno ha la men che minima intenzione di:
- colpevolizzare chi non ha figli (intenzionalmente o meno);
- colpevolizzare chi vive in un nucleo di relazione privato differente da quello formato da madre-padre-bambino;
- colpevolizzare chi ha tendenze omosessuali;
- colpevolizzare la donna/l'uomo che ha scelto di non lavorare;
- colpevolizzare la donna/l'uomo che ha scelto di lavorare;
- colpevolizzare la donna/l'uomo che ha scelto di non fare figli;
- colpevolizzare la donna/l'uomo che ha scelto di fare figli;
- colpevolizzare la donna/l'uomo che non agogna al matrimonio;
- colpevolizzare la donna/l'uomo che usa metodi anticoncezionali artificiali;
- colpevolizzare chiunque abbia opinioni differenti da ogni tipo di opinione espressa da chi pensa che la famiglia sia importante.
La colpa, se proprio dobbiamo tirare nel mezzo quella, sta da ben altre parti. La colpa sta nel fatto, ad esempio, di non aiutare le famiglie a formarsi e a mantenersi. La colpa ce l'ha una politica che pensa alle unioni di fatto (che possono andar bene, ma non erano misura urgente) e non alle coppie che vorrebbero avere dei figli, ma non può permettersi di mantenerli. La colpa sta nei consultori che non applicano la legge 194 e non aiutano la donna a non abortire. La colpa sta nel costringere gli imprenditori a suicidarsi. La colpa ce l'ha uno Stato che non protegge i minori dalla pornografia. La colpa ce l'ha uno Stato che non vigila sulla salute dei bambini. La colpa ce l'ha uno Stato che approva indirettamente la prostituzione, l'utero in affitto e la pornografia. La colpa ce l'ha uno Stato che non cancella e non fa approvare leggi che vietino la diffusione di pedopornografia e pornografia. La colpa ce l'ha uno Stato che toglie la ibertà alle donne obbligandole a non essere madri quanto e quando lo vorrebbero. ...

Affermato questo, a parte la partecipazione di alcuni politici (partecipazione che tutti i congressi organizzano per dare visibilità all'evento), il Congresso di Verona ha riscosso odio e discriminazione piuttosto eccessiva, dato che lo rende evidentemente molto più importante di quello che sarebbe potuto essere se gli odiatori (tra i quali anche dei membri della politica, fatto a dir poco imbarazzante per la politica stessa, e mi rifaccio al discorso sull'adultescenza turpiloquace che facevo prima) se ne fossero stati in silenzio. Le offese che vengono rivolte a chiunque tenti di difendere la famiglia e a promuovere la reale scelta della donna di poter essere madre, quali la promozione della proposta di legge denominata "Reddito di Maternità", fanno di chi si batte per la famiglia, persona che afferma verità incontrovertibili. 
Un esempio?
Con la partenza della promozione della raccolta firme per il Reddito di Maternità, della pubblicizzazione del Congresso di Verona e di tutte le iniziative politiche per la famiglia di cui è promotore Gigi de Palo, ogni giorno sono stati diffusi articoli nei quali 'studi scientifici' di dubbia provenienza, dimostrano che la maternità rovina la donna:

In realtà la dimostrazione è un'altra e la più ovvia: la famiglia fa paura. La famiglia, quella della quale tutti abbiamo bisogno, quella nella quale tutti ci rifugiamo, quella che tutti vorrebbero cancellare, è un soggetto attivo che terrorizza. La famiglia, quella che porta avanti la vita di bambini, disabili, anziani e che paga le tasse, fa paura perchè è la normalità, che fa paura. Ammettere che vi è una norma biologica che non discrimina nessuno, ma che è realmente così ed adesso è da proteggere e da potenziare, sarebbe un oltraggio e una sconfitta troppo forte per chi è tutta la vita che dice che Dio non esiste, la Patria fa schifo e la famiglia è una merda. Da chi agogna il suicidio per gli anziani e i disabili, da chi brama la drogalizzazione dei minori, da chi spaccia l'aborto come libertà massima della donna. Queste persone dovrebbero tacere e fare altro, se non volessero valorizzare chi si batte per la famiglia, ma evidentemente non ce la fanno poichè sono, nel migliore dei casi, ignoranti in marketing
Purtroppo però il marketing non c'entra nulla, il vero problema è l'attacco alla famiglia per poter usare i bambini. E oggi, con l'attacco terroristico nel quale sarebbero potuti morire 51 ragazzini, lo abbiamo appreso.
Se si disfa la famiglia, si può agire sui bambini. Pensiamo a ogni tipo di dittatura: su dove mette le mani ogni regime totalitario? Sui bambini. Ecco perché serve distruggere la famiglia. Pensiamoci.


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Allattare è un DIRITTO (?)

Lo spiegavo già tempo fa: l'allattamento è un gesto politico . Un paio di concetti di fisiologia, giusto per essere chiari. Solo le donn...