venerdì 20 maggio 2022

Strappare la relazione tra le donne e i loro nascituri

In questi tempi pazzi nei quali tutti coloro che sono a favore dell'interruzione volontaria di gravidanza - ossia della soppressione dei nascituri - straparlano a proposito dei casi nei quali la donna può abortire avendone il diritto (che, in realtà, non sussiste), cerchiamo di farci un'idea delle "ignoranzità" che girano sul web. Questo è doveroso farlo, soprattutto perché i ragazzi e le ragazze d'oggi - abituati a ripetere a pappagallo - tirano fuori delle argomentazioni variopinte per perorare la causa dei cosiddetti "diritti riproduttivi": a tal proposito ricordo che è molto interessante stimolare la lettura in classe della 194/'78 e sfogliare un banalissimo testo di Embriologia (qui un articolo molto interessante sull'argomento). 


Elenchiamo i *punti* che vengono pronunciati, ma, in corsivo, le risposte che mettono in dubbio i "miti" usati da chi nega la relazione che nasce tra una donna e il bimbo nel suo grembo. In seguito le conseguenze di questa aberrante negazione.

*Non sono a favore dell'omicidio di bambini*.

Un incipit che illumina sul presupposto: se io ammetto che si tratta di un omicidio - lo è senza dubbio, indipendentemente dalle ideologie - ma poi aggiungo dei "casi speciali" nei quali tale omicidio dovrebbe essere consentito, io "allargo le maglie" possibili giungendo a consentire che un bambino venga soppresso perché di sesso femminile, oppure perché malato, oppure perché frutto di una violenza, oppure perché - banalmente - indesiderato.

*Sono pro-Becky che ha scoperto durante la sua scansione di anatomia di 20 settimane che il bambino che era così entusiasta di portare al mondo si era sviluppato senza organi vitali*.

Becky attenderà la morte del suo bambino e lo amerà per tutta la vita. Quando una mamma viene tristemente a conoscenza che la propria creatura è malata, se viene aiutata a condurre a termine la gravidanza, vivrà il dolore della perdita del figlio sapendo di non averne causato il decesso e, inevitabilmente, accoglierà una nuova vita con più serenità. Purtroppo la Medicina attribuisce sempre alle madri che desiderano la vita per i propri figli, la qualità di 'egoiste' adducendo a una fantomatica sofferenza del bambino il proseguimento della sua vita. È la mentalità eugenetica e mortifera di chi abbandona il disabile chiedendo la sua dipartita artificiale come fosse un viaggio premio. Le madri che hanno combattuto per la vita dei loro bambini hanno avuto una tomba sulla quale piangere e non hanno vissuto col dolore di aver compiuto una scelta intima non spontaneamente optata, ma certamente indotta e caldeggiata. 

*Sono pro-Susan che è stata violentata sessualmente mentre tornava a casa dal lavoro, solo per arrivare all'orribile consapevolezza che il suo aggressore ha piantato il suo seme in lei quando ha ottenuto un risultato positivo del test di gravidanza un mese dopo*.

Susan potrà accogliere la vita di suo figlio sapendo che il colpevole non è lui, ma il suo aggressore. Si potrà rivolgere ad associazioni che si occupano di questi casi e potrà lasciare suo figlio in adozione. L'aborto di un figlio innocente non è la pena capitale verso un padre violento. Le colpe dei genitori non ricadono sui figli. 
Comprensibilmente è difficile, per una donna, sapere di avere in grembo la conseguenza di un atto orribile: il vero professionista non aiuta la donna a sfogare il suo inevitabile risentimento verso un innocente, ma sosterrà la maturazione del suo istinto materno, necessario anche in caso di chi desidera dare in adozione il bambino. Ella sopravviverà alla sua tragedia sapendo che a cattiveria non è stata aggiunta cattiveria. 
Ricordo che la Planned Parenthood fa i soldi sugli stupri e le violenze sulle donne, come testimoniato direttamente da chi si infiltra negli ambulatori. Esistono donne che subiscono violenze domestiche e si trovano a optare per abortire, solo perché non aiutate dalle sedicenti associazioni femministe che preferiscono aiutare ad abortire, piuttosto che aiutare una madre a proteggere suo figlio. 

*Sono pro-Theresa che ha avuto un'emorragia a causa di un distacco della placenta, che ha causato ai suoi genitori, al coniuge e ai suoi figli l'impossibile decisione se salvare lei o il suo bambino non ancora nato*.

La povera Theresa ha subito un'emergenza ostetrica. In questo caso non occorre mai decidere per la vita della madre o del figlio: si esegue un taglio cesareo per salvare la madre e tentare di salvare il bambino.

*Sono pro-piccola Cathy a cui è stata strappata via la sua innocenza da qualcuno di cui avrebbe dovuto fidarsi e il suo corpo di 11 anni non è abbastanza maturo da sopportare le conseguenze di quel tradimento*.

Cathy ha subito il peggior delitto umano, ma può essere aiutata come può essere aiutato il nascituro: lo stupro di una bambina è un delitto peggiore dell'omicidio e il colpevole non può rimanere moralmente impunito facendo subire a una bambina un trauma ulteriore come la soppressione di un figlio. Cathy va aiutata a non temere il suo bambino, nonostante sia essa stessa una bambina, senza mettere a repentaglio la sua vita psichica e fisica. 

*Sono pro Melissa che sta facendo due lavori solo per sbarcare il lunario e deve scegliere tra portare in povertà un altro figlio o dare da mangiare ai figli che ha già perché il suo coniuge l'ha abbandonata*.

Melissa sa che in Italia ci sono i CAV ( anche in USA, da dove proviene questo elenco) perché la Legge prevede l'aiuto economico e pratico alle mamme. Esistono numerose associazioni che aiutano le donne come lei: dire a una donna di scegliere tra la vita dei suoi figli è terribilmente perfido, oltre che dannatamente illegale (basta leggere la 194/'78).

*Sono pro-Brittany che si rende conto che lei non è in alcun modo finanziariamente, emotivamente o fisicamente in grado di crescere un figlio*.

Brittany può dare in adozione suo figlio, ma deve pretendere per se stessa un cammino di consapevolezza verso la sua maturità di donna e madre.

*Sono a favore di Emily che ha subito la fecondazione in vitro, finendo con sei uova impiantate vitali che richiedono una riduzione selettiva per garantire la sua sicurezza e una quantità sicura di feti*.

Emily è stata ingannata dalla scienza, ma attualmente la neonatologia ha compiuto passi da gigante. A Emily è successo quello che talvolta accade quando si riversa troppa fiducia verso chi applica la Medicina in modo sconsiderato: inoltre sapere che deve scegliere o delegare qualcuno che scelga tra i suoi figli, è quanto di più antiscientifico e patologico che possa essere attuato dalla Medicina. I suoi bambini nasceranno piccini, ma vivranno grazie alla Medicina che cura, faccia della medaglia alternativa rispetto alla Medicina che uccide. 

*Sono pro Jessica che sta finalmente ottenendo la forza di allontanarsi dal suo coniuge fisicamente violento per poi scoprire che porta in grembo il figlio del mostro*.

Jessica può rivolgersi a qualcuno che l'aiuti, ed è in grado di capire che il figlio del mostro non è un mostro. Anzi, sono diversi i casi di mamme che si sono salvate da relazioni disfunzionali proprio grazie all'istinto di protezione verso il figlio in grembo. Non c'è nulla di più patologico della rottura di una relazione madre-figlio che emancipa dalle sue responsabilità il padre del medesimo. L'aborto è un salva-vita di chi è violento.

*Sono pro-Vanessa che si è sottoposta a un'ecografia dopo anni che cercava di concepire, solo per sentire silenzio dove dovrebbe esserci battito*.

Vanessa ha perso il suo bambino. Vanessa e il padre del piccino saranno tristi e abbattuti, ma suggerirei loro un percorso per valutare la loro salute riproduttiva attraverso le Naprotecnologie e, se e solo se lo sentono come importante, un percorso per coppie infertili che hanno bisogno di far nascere dentro di loro una fecondità di altra natura, magari adottiva.

*Sono pro-Lindsay che ha perso la verginità al secondo anno con un preservativo rotto e ora deve scegliere se essere una mamma adolescente o solo un'adolescente*.

Lindsay deve poter essere aiutata a scegliere se essere la madre di un figlio vivo o madre di un figlio morto. Ha diritto di chiedere aiuto e di non subire un trauma come l'aborto. Lindsay vale molto di più di un aborto e di chi caldeggia che lei viva il resto della sua vita, con un peso enorme nel cuore.

*Sono pro-Courtney che ha appena scoperto di essere già di 13 settimane, ma l'embrione non è mai uscito dalla sua tuba di Falloppio, quindi o interrompe la gravidanza o rischia di morire per emorragia interna*.

Purtroppo Courtney ha una gravidanza extrauterina: la procedura è per forza la rimozione della tuba di Falloppio. Lei non ha colpa alcuna. Suggerirei a Courtney di non usare, se lo avesse fatto, la spirale

*Puoi discutere e dire che sono pro-scelta quanto vuoi, ma la verità è:
Sono pro-vita.
Le loro vite.
Vite delle donne.
Non puoi scegliere quali scenari dovrebbero essere accettati.
I diritti delle donne sono fatti per proteggere TUTTE le donne, indipendentemente dalla loro situazione!*

Essere pro-vita vuole dire essere a favore di tutte le vite, senza discriminare nessuno: per sesso, nazionalità, colore della pelle, status economico, condizione al momento del concepimento e stato di salute. 

La donna, le donne, valgono molto di più di chi vuole controllare i loro corpi, strappando loro la condizione di madri. Quando si vuole gestire i corpi delle donne, si usa loro violenza. È violenza dire a qualunque donna che non è in grado di amare suo figlio; è violenza cercare di regolare la sua fertilità attraverso anticoncezionali chimici o banale ignoranza; è violenza dare la possibilità all'uomo di non assumersi la responsabilità verso le sue azioni; è violenza impedire alle donne di maturare consapevolmente capaci di gestire la loro istintività sessuale. Parimenti a tutto questo, è violenza istruire la madre perché non incontri la gioia della consapevolezza nella sua maternità, distruggendo la nascita di suo figlio, la relazione con suo figlio, la vita con suo figlio. 

L'emancipazione della donna riguarda il non sottostare al controllo del suo corpo e della sua mente, nella relazione con suo figlio. 

Le donne hanno il diritto di vivere con gioia la condizione dell'essere madri.





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